Oltre mille professionisti della salute, tra cui medici e infermieri, hanno manifestato oggi in Piazza Santi Apostoli a Roma per esprimere il loro dissenso nei confronti della Legge di Bilancio 2025. Questo sciopero nazionale di 24 ore, indetto dai sindacati Anaao-Assomed, Cimo-Fesmed e Nursing Up, ha un significato profondo e rappresenta il culmine di anni di insoddisfazione per la situazione attuale della sanità pubblica. La protesta si è svolta sotto un cielo grigio e una leggera pioggia, ma ciò non ha diminuito la determinazione dei manifestanti.
La situazione attuale della sanità
I professionisti della salute si sono uniti per denunciare le condizioni di lavoro sempre più critiche. “Viviamo in una condizione che definire drammatica è poco”, ha dichiarato Pierino Di Silverio, segretario dell’Anaao. La frustrazione è palpabile nei loro interventi, evidenziando problemi come stipendi inadeguati, strutture insufficienti e atti di violenza all’interno delle istituzioni sanitarie. La mancanza di medicina sul territorio colpisce soprattutto i cittadini, che si trovano a fronteggiare un sistema sempre più in crisi.
Da un lato, i medici lamentano di ricevere solo 14 euro in più al mese dopo 15 anni di costanti disinvestimenti nella sanità pubblica. “Ogni cittadino che si cura nel privato è una sconfitta per lo Stato e per noi medici”, ha aggiunto Di Silverio, sottolineando la gravità della situazione.
Le richieste del personale sanitario non riguardano solo aspetti economici, ma comprendono anche un bisogno urgente di riforme strutturali e un miglioramento del servizio. Questo grido di allerta è supportato da una richiesta in eccedenza di risorse e formazione. I professionisti del settore sanitario sono decisi a lottare per un cambiamento reale e sostenibile.
Le rivendicazioni della categoria
I medici e gli infermieri chiedono il riconoscimento del loro costante impegno, particolarmente esacerbato dagli anni di Covid-19. Il personale sanitario ha esposto le loro rivendicazioni, tra cui un aumento significativo dei finanziamenti per il Servizio Sanitario Nazionale, qualunque sia la forma che questo dovrà assumere, e il miglioramento delle condizioni lavorative che, ormai, sono diventate impossibili da sostenere.
Una retribuzione adeguata è diventata fondamentale, in quanto il lavoro nel settore sanitario richiede un investimento fisico ed emotivo considerevole. Durante la protesta, si sono alzati slogan chiari contro le promesse non mantenute dal governo, creando un’atmosfera di determinazione e resistenza. La folla ha fatto registrare un grido unanime di “vergogna” attraverso l’organizzazione della manifestazione.
La risposta del governo alle rivendicazioni non è stata positiva, e il clima resta teso. Gli operatori sanitari hanno espresso un forte desiderio di cambiamento, chiarendo che la loro presenza non sarà sottovalutata. I sindacati sono pronti ad azioni ancora più drastiche se le richieste non verranno accolte, incluso l’eventuale ricorso a dimissioni di massa.
La prospettiva futura
Con una partecipazione così numerosa, la manifestazione odierna rappresenta un segnale forte e chiaro. Gli operatori sanitari non accetteranno più promesse che non si traducono in azioni concrete. La loro determinazione è tanto evidente quanto necessaria, soprattutto in tempi di crisi.
Il personale sanitario è pronto a rimanere unito nella lotta per il miglioramento delle proprie condizioni. Le prossime settimane saranno decisive; i sindacati attendono risposte che possano far sperare in un cambiamento reale, altrimenti le azioni di protesta potrebbero intensificarsi.
Negli ospedali e nelle cliniche, il desiderio di riforma è palpabile. La pioggia che ha accompagnato la manifestazione non ha impedito a questi professionisti di rimanere uniti, con in mente un solo obiettivo: riformare un sistema sanitario che da troppi anni aspetta l’attenzione che merita.
Ultimo aggiornamento il 20 Novembre 2024 da Marco Mintillo