Il recente attacco ai mezzi Atac a Roma ha riportato l’attenzione su una problematica già emersa in passato: la sicurezza dei bus e dei loro autisti nei pressi del campo nomadi di via Candoni. Il 12 novembre, due autobus hanno subito danni significativi a causa di una sassaiola, una vicenda che si ripete in quello che sembra un copione già visto. Senza feriti, ma con danni alle vetture, il fenomeno continua a sollevare preoccupazioni tra i politici e i cittadini.
Un episodio che si ripete
Gli autobus coinvolti nell’incidente hanno subito la rottura dei vetri delle portiere e dei finestrini laterali. La ricorrenza di tali atti vandalici, infatti, non è un fenomeno isolato. Negli ultimi tre anni, si stima che circa 130 mezzi Atac siano stati colpiti in questa area. Nonostante le segnalazioni innate nel tempo e le denunce ufficiali, l’apprezzamento per le misure preventive da parte delle autorità sembra mancare. Chi vive qui, tra cui autisti e residenti, manifesta un crescente senso di inosservanza alle proprie preoccupazioni e bisogni di sicurezza.
Le immagini di bus con vetri rotti sono emblema di un problema più grande legato alla sicurezza pubblica e al deterioramento della coesione sociale in alcune zone della città. In questo contesto, le reazioni politiche non si sono fatte attendere. Federico Rocca, consigliere di Fratelli d’Italia e presidente della commissione Trasparenza, ha espresso il suo disappunto riguardo alla situazione, richiamando l’attenzione sull’inefficacia degli interventi da parte delle autorità, con particolare riferimento al campo nomadi di via Candoni.
Reazioni della politica locale
Dopo l’incidente, diverse figure politiche hanno sollevato la questione della sicurezza nella zona. Valerio Garipoli, capogruppo di Fratelli d’Italia e vice presidente della commissione Affari Generali nel municipio XII, ha descritto l’accaduto come l’ennesimo atto vandalico proveniente dal vicino campo nomadi. Ha sottolineato come il lancio di pietre verso i mezzi pubblici non accenni a diminuire e ha espresso solidarietà all’autista del bus. Garipoli ha proposto di considerare la chiusura del Villaggio della Solidarietà di Candoni come una possibile soluzione per garantire sicurezza nell’area.
La situazione sta sollevando preoccupazione non solo per gli autisti dei bus, ma anche per i residenti. La mancanza di gestione e di controlli ha portato a stati di degrado in un’area che, a detta dei politici, necessita urgente attenzioni da parte delle istituzioni locali. È evidente che le attese di interventi concreti da parte delle autorità sono molto alte.
Richieste di intervento
Fabrizio Santori e altri rappresentanti della Lega, tra cui Daniele Catalano ed Enrico Nacca, non hanno nascosto la loro frustrazione di fronte a questi episodi. Durante la loro dichiarazione, hanno evidenziato la gravità della situazione e la necessità di un’azione decisiva per smantellare il campo nomadi di Candoni. La loro richiesta è chiara: le promesse devono tradursi in azioni concrete per garantire la sicurezza degli autisti e dei cittadini.
È essenziale che la questione venga gestita senza ulteriori ritardi. L’area in cui operano gli autobus è stata definita dai politici un “luogo di degrado” che richiede interventi di riqualificazione e sicurezza. Le industrie e i servizi pubblici non dovrebbero essere messi in pericolo da atti vandalici che, oltre a danneggiare i mezzi, pongono in discussione la sicurezza complessiva di una zona.
La pressione su Roma Capitale per affrontare questo problema non accenna a diminuire, e la speranza è che le autorità prendano atto della situazione e attivino strategie che possano realmente garantire la sicurezza e il benessere di tutti gli abitanti e lavoratori della zona.
Ultimo aggiornamento il 13 Novembre 2024 da Laura Rossi