Nuove polemiche sul dimensionamento scolastico nel sud pontino: la posizione del ITI Pacinotti

Il Consiglio dell’ITI Pacinotti di Fondi protesta contro il piano di dimensionamento scolastico della Provincia di Latina, evidenziando mancanze documentali e rischi per l’autonomia e la qualità educativa delle scuole coinvolte.
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Nuove polemiche sul dimensionamento scolastico nel sud pontino: la posizione del ITI Pacinotti - Gaeta.it

La questione del dimensionamento scolastico continua a suscitare dibattiti e divisioni nel sud pontino, con la proposta di un unico polo per gli istituti di Minturno, Castelforte e Santi Cosma e Damiano che ha sollevato forti opposizioni. A manifestare il proprio dissenso è stato il Consiglio d’Istituto dell’ITI Pacinotti di Fondi, che durante una seduta del 14 novembre 2024 ha emesso un documento di protesta contro la delibera della Provincia di Latina. Questo atto lascia aperta la possibilità di intraprendere azioni legali nel tentativo di opporsi a cambiamenti che considerano problematici.

Documentazione e motivazioni della protesta dell’ITI Pacinotti

Il documento di protesta del Consiglio dell’ITI Pacinotti si basa su una serie di ragioni che evidenziano inadeguatezze nella proposta del Piano di dimensionamento 2025-2026 approvato dalla Provincia di Latina. In particolare, il Consiglio sottolinea l’assenza di documentazione necessaria per giustificare l’accorpamento delle scuole superiori, che non tiene conto delle posizioni delle due istituzioni coinvolte. La delibera è stata adottata senza l’ascolto delle opinioni dei rispettivi Consigli d’Istituto, che sono le uniche entità autorizzate a discutere con l’amministrazione provinciale. La decisione si basa su un parere del Comune di Minturno, ritenuto inadeguato in quanto il Comune non ha competenza su istituti di II grado.

Le preoccupazioni si ampliano ulteriormente considerando che il piano prevede l’accorpamento di scuole dislocate su tre comuni diversi, senza una reale integrazione delle strutture e senza che le scuole perdano la loro autonomia. Nonostante la proposta di fusione sembri finalizzata a semplificare l’offerta formativa, in realtà il Consiglio percepisce questa mossa come il depotenziare le singole identità e storie delle scuole, creando un istituto meramente “sulla carta”.

Critiche alla mancata condivisione del progetto

Uno dei punti critici sollevati riguarda la mancanza di un tavolo di lavoro per discutere il progetto con le scuole interessate. Nella riunione tenutasi il 23 ottobre 2024 presso l’ufficio scolastico di Latina, non è stata esaminata nel dettaglio l’ipotesi avanzata dalla Provincia. I rappresentanti scolastici avrebbero dovuto essere parte attiva nel processo, e la loro esclusione ha alimentato più di una perplessità. Questa mancanza di dialogo ha portato le scuole a sentirsi marginalizzate e non rappresentate in una decisione che avrà ricadute sia formative che strutturali.

In aggiunta, il Consiglio rileva che non vi è né omogeneità né giustificazione reale nell’accorpamento tra le varie scuole. Le istituzioni coinvolte offrono indirizzi di studio differenti, e questo non favorirebbe una vera integrazione tra i percorsi educativi. La presenza di un liceo scientifico, un istituto tecnico economico e un istituto tecnico tecnologico in un unico polo potrebbe provocare confusione e disorientamento tra gli studenti. Questo non si allinea con le linee guida della Regione Lazio, che enfatizzano l’importanza della coerenza tra le scuole accorpate.

Conseguenze potenziali per il personale e gli studenti

Un aspetto fondamentale evidenziato nel documento è l’impatto diretto che la proposta avrà sulle risorse umane delle istituzioni scolastiche coinvolte. In caso di implementazione del piano, ci si aspetta una significativa riduzione dell’organico tra docenti e personale ATA, poiché le scuole che perderanno parte della loro popolazione studentesca potrebbero non essere in grado di mantenere il personale attuale. I posti di lavoro potrebbero risultare in discussione, costringendo alcuni insegnanti a dover gestire più classi in diverse sedi.

In un contesto già caratterizzato da una crisi demografica, che porterà ulteriormente a un calo del numero di studenti, la decisione di creare una nuova struttura condivisa a Minturno viene vista come controproducente. Gli organici attuali, già provati da scelte politiche pregresse, rischiano di subire pressioni addizionali, aggravando un già delicato equilibrio.

La qualità dell’istruzione sotto attacco

Il piano di dimensionamento solleva anche interrogativi relativi alla qualità dell’istruzione che gli studenti riceveranno. La comunità scolastica del Pacinotti, in particolare, ha visto una crescita significativa negli ultimi anni, accresciuta da sforzi collaborativi tra le sedi di Fondi e Santi Cosma e Damiano. I risultati ottenuti, come i successi nei progetti formativi e nei concorsi letterari, testimoniano una qualità elevata che rischia di andare persa con il nuovo accorpamento. Spaccare i due segmenti, che hanno lavorato armoniosamente, comporterebbe la rottura di un sistema già valido e produttivo.

La proposta della Provincia di Latina non sembra essere stata elaborata tenendo conto delle reali dinamiche del contesto scolastico locale, né del coinvolgimento delle famiglie e degli studenti, i cui interessi dovrebbero essere al centro delle decisioni educative. Il futuro del dimensionamento scolastico è ora nelle mani delle autorità competenti, che dovranno ponderare attentamente le implicazioni della delibera in questione e il suo potenziale impatto sulla comunità scolastica del sud pontino.

Con il Consiglio pronto a difendere i propri diritti, non si esclude la possibilità di attivare percorsi legali per salvaguardare l’identità dell’istituto e il benessere degli studenti.

Ultimo aggiornamento il 15 Novembre 2024 da Laura Rossi

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