Nuovo impianto di recupero salino per il prosciutto di San Daniele: avvio previsto nel 2025

Nel 2025, Trasaghis avvierà un impianto per il recupero degli scarti salini del Prosciutto di San Daniele, promuovendo pratiche sostenibili e circolari nel settore agroalimentare.
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Nuovo impianto di recupero salino per il prosciutto di San Daniele: avvio previsto nel 2025 - Gaeta.it

A partire dal 2025, il paese di Trasaghis, in provincia di Udine, ospiterà un impianto dedicato al recupero e valorizzazione degli scarti salini derivanti dalla produzione del celebre Prosciutto di San Daniele. Questa struttura si inserisce nel contesto di una crescente attenzione verso pratiche sostenibili e circolari nel settore alimentare, cercando di minimizzare l’impatto ambientale attraverso la gestione efficace dei rifiuti.

Un progetto all’avanguardia

Il progetto dell’impianto è stato affidato a Promo San Daniele srl, una società interamente controllata dal Consorzio di tutela del Prosciutto di San Daniele. La creazione dello stabilimento avviene in un’ottica di circolarità, essendo costruito su un’area precedentemente destinata ad altre attività produttive, senza l’occupazione di nuovo suolo. Questa scelta rappresenta un passo importante verso la sostenibilità, mostrando come l’industria alimentare possa evolversi verso processi più rispettosi dell’ambiente.

A Roma, durante un incontro tenuto dal Consorzio, è stato presentato il terzo report di sostenibilità intitolato “Valore Concreto“, dove viene evidenziata l’importanza di questo impianto non solo per ridurre gli scarti, ma anche per creare nuove opportunità di utilizzo del sale recuperato. L’approccio scelto comprende metodologie innovative che mirano a trasformare un rifiuto in risorsa.

Linee operative distinte per il trattamento dei rifiuti

L’impianto sarà dotato di due linee operative separate, concepite per gestire in modo efficiente le due tipologie di rifiuti previste: sale e salamoie. La linea A si occuperà del trattamento del sale solido esausto, funzionando per circa 200 giorni l’anno, con un impegno di otto ore giornaliere. D’altro canto, la linea B sarà dedicata al trattamento della salamoia, attiva per circa 350 giorni all’anno, 24 ore su 24.

Il processo avverrà attraverso tecniche biologiche e fisco-chimiche che garantiranno la separazione completa del sale dalle impurità organiche. L’acqua estratta verrà riutilizzata in modo sostenibile, mentre il sale ottenuto sarà sottoposto a un processo di vagliatura e lavaggio igienizzante, rendendolo idoneo a nuovi utilizzi.

Versatilità del sale recuperato

Una volta recuperato e trattato, il sale potrà essere destinato a diversi utilizzi. Tra le opzioni emerge l’impiego come antigelo per le strade, un’applicazione utile soprattutto nei periodi invernali, oltre a potenziali applicazioni nella concia delle pelli e in vari processi industriali non alimentari. Questo progetto non solo contribuisce a ridurre gli scarti, ma offre anche opportunità economiche nuove e interessanti.

Efficienza energetica del nuovo stabilimento

Dal punto di vista energetico, l’impianto è progettato con un motore endotermico in assetto cogenerativo. Questa soluzione permetterà di soddisfare il 97% del fabbisogno elettrico e il 49% di quello termico, ottimizzando così i consumi energetici. Attraverso queste scelte strategiche, l’impianto non si limita a recuperare risorse, ma si propone di costituire un esempio di come l’industria moderna possa operare in modo più responsabile e sostenibile.

La realizzazione di questo impianto rappresenta pertanto un passo significativo verso una gestione più sostenibile e circolare nel settore agroalimentare, a beneficio sia dell’ambiente che delle comunità locali.

Ultimo aggiornamento il 20 Novembre 2024 da Laura Rossi

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