Pol polemiche su corsi di teorie di genere e queer all’università di sassari: l’eco internazionale della questione

Il dibattito sull’insegnamento delle Teorie di genere all’Università di Sassari si intensifica, con petizioni contro e sostegno accademico, sollevando questioni sulla libertà di insegnamento e pluralismo.
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Pol polemiche su corsi di teorie di genere e queer all'università di sassari: l'eco internazionale della questione - (Credit: www.ansa.it)

L’Università di Sassari si trova al centro di un acceso dibattito sulle lezioni dedicate alle Teorie di genere e queer, un tema che ha acceso un intenso confronto sia a livello nazionale che internazionale. Il corso, guidato dal docente Federico Zappino, è attivo da tempo, ma nei recenti mesi ha attirato l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica per via di petizioni e raccolte di firme che si stanno moltiplicando. L’argomento ha destato preoccupazioni e dibattiti circa la libertà di insegnamento e il ruolo delle ideologie accademiche.

La nascita delle polemiche e le adesioni

Le polemiche intorno al corso di Zappino hanno radici profonde ed una crescita esponenziale. Negli ultimi tempi, quasi 1.200 persone hanno firmato una petizione che chiede al Ministero dell’Istruzione di bandire “l’ideologia gender” non solo dalle scuole, ma anche dal contesto universitario. Queste firme testimoniano un movimento critico crescente nei confronti dell’insegnamento delle Teorie di genere. Contemporaneamente, circa 3.000 intellettuali e accademici hanno manifestato il loro sostegno al corso, appellandosi all’articolo 33 della Costituzione italiana, che garantisce la libertà di insegnamento.

Questa dialettica ha raggiunto anche le aule del Parlamento. L’interrogazione presentata dal deputato Rossano Sasso, rappresentante della Lega, ha innescato una vera e propria bagarre in aula. Tale intervento politico ha ulteriormente polarizzato le posizioni, rendendo evidente come l’argomento stia superando il perimetro universitario per trasformarsi in una questione di rilevanza pubblica e sociale.

Le reazioni della comunità accademica

Di fronte all’offensiva ad opera di alcuni esponenti politici, la comunità accademica si è mobilitata. Judith Butler, una delle figure più influenti nel campo del pensiero queer, ha espresso il suo sostegno al corso di Zappino attraverso una lettera indirizzata alla ministra dell’Università, Anna Maria Bernini. Agli appelli della Butler si sono aggiunti anche altri docenti del Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali e del Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione dell’Università di Sassari.

Essi hanno stigmatizzato le ingerenti politiche nel merito delle scelte accademiche, sottolineando che l’interferenza rappresenta un attacco alla circolazione delle idee. Il loro comunicato esprime solidarietà per Zappino, evidenziando l’importanza di mantenere la libertà di ricerca e insegnamento, elementi che costituiscono un pilastro fondamentale della democrazia e del progresso scientifico.

Discussione sulla libertà di espressione e il pluralismo

Al centro del dibattito si trova una questione cruciale: la libertà di espressione in contesti accademici. I sostenitori del corso di Zappino sottolineano che l’insegnamento delle Teorie di genere si basa su ricerche e studi riconosciuti dalla comunità scientifica. Essi rivendicano il diritto degli studenti a scegliere corsi che riflettano un’ampia gamma di idee e approcci, elementi essenziali in un contesto educativo democratico.

In un clima di crescente polarizzazione, il confronto sull’insegnamento del genere si fa sempre più vivace. I detrattori avanzano preoccupazioni circa l’adozione di ideologie ritenute estranee alla tradizione educativa, mentre i sostenitori affermano con fermezza l’importanza della diversità di pensiero nel formato accademico moderno. Questo dibattito, riflettendo le tensioni sociali più ampie, continuerà a sfidare i confini della libertà accademica e dell’insegnamento nelle università italiane.

Ultimo aggiornamento il 22 Ottobre 2024 da Donatella Ercolano

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