Recenti dichiarazioni da parte di funzionari sloveni hanno sollevato discussioni riguardo alla memoria storica e alla simbolica rappresentazione dei conflitti passati. È il caso di Fabio Scoccimarro, assessore all’Ambiente del Friuli Venezia Giulia, il quale, intervenendo alla celebrazione del sessantesimo anniversario dell’Istituto di Fisica Teorica Abdus Salam a Trieste, ha sottolineato l’importanza di affrontare il presente senza essere ostacolati dalle polemiche figlie di un passato ingombrante. Le sue osservazioni si riferiscono alla recente critica della ministra degli Esteri slovena, Tanja Fajon, riguardo alla decisione del Consiglio comunale di Gorizia, che ha rifiutato di eliminare la cittadinanza onoraria conferita a Benito Mussolini nel 1924.
La controversia sulla cittadinanza onoraria
La polemica si allarga nella discussione su personaggi storici controversi come Mussolini e le loro eredità nelle città italiane. La mozione di un membro dell’opposizione a Gorizia, che mirava a revocare la cittadinanza onoraria di Mussolini, ha suscitato reazioni forti sia in Italia che in Slovenia. Fajon, criticando questa decisione, ha sollevato interrogativi sulla responsabilità storica e sulla necessità di una corretta interpretazione del passato. Scoccimarro, al contrario, mette in evidenza l’incongruenza tra le polemiche slovene e alcuni simboli presenti nel territorio sloveno, come un mosaico in Parlamento che raffigura un carro armato con la stella rossa.
La presenza di tali simboli è un tema delicato che spesso riaccende tensioni tra entrambi i Paesi. Scoccimarro sottolinea come le critiche da parte della Slovenia possano sembrare ipocrite, considerando che ci sono elementi simili di memoria storica da affrontare. Situazioni di questo tipo richiedono una riflessione approfondita e un dialogo costruttivo, piuttosto che alimentare polemiche.
L’importanza di Go!2025
Il focus di Scoccimarro si sposta anche sull’importante iniziativa Go!2025, che vede Gorizia e Nova Gorica unite nel ruolo di capitale della cultura. Tale progetto mira a promuovere l’integrazione e il dialogo tra le diverse comunità storicamente conviventi in questa regione. “Il nostro obiettivo è unire tutti i popoli che qui convivono da secoli”, ha affermato Scoccimarro, evidenziando come Gorizia e Nova Gorica rappresentino non solo una sfida, ma anche una grande opportunità per costruire una cultura condivisa.
Nonostante la difficoltà di superare le cicatrici lasciate dalla storia, l’assessore sottolinea l’importanza di voltare pagina e garantire una cooperazione futura. L’impegno per un’unità culturale ora è più che mai urgente, specialmente alla luce delle tensioni generali e delle sfide attuali. Le attività di Go!2025 rappresentano un’occasione unica per promuovere l’arte e la cultura come strumenti di dialogo tra le nazionalità nella regione.
La ferita storica e il futuro condiviso
Scoccimarro ha descritto il territorio come segnato da “ferite profonde” non ancora rimarginate, richiamando le sue origini e la storia del dopoguerra, che continua a influenzare le generazioni attuali. L’assessore evidenzia che il passato non dovrebbe essere dimenticato, ma piuttosto gestito con rispetto e consapevolezza, creando un ponte verso un futuro migliore e più coeso.
In quest’ottica, Scoccimarro ha menzionato un’altra questione simbolica riguardo a un’inscrizione dedicata a Tito sul monte Sabotino. Proponendo di sostituirla con un simbolo più positivo, come una croce cristiana, ha rilevato come le reazioni a tale suggerimento siano state ricevute con imbarazzo. Questo episodio dimostra come la gestione della memoria storica continui a essere un tema sensibile, che richiede grande attenzione e reciproco rispetto.
Lo sguardo rivolto al futuro è centrale nel pensiero di Scoccimarro e dell’Istituto di Fisica Teorica. L’auspicio è di abbracciare una visione di coesione sociale che possa finalmente allontanarsi dalle polemiche e apprendere dalle lezioni della storia, rendendo il progresso culturale e umano uno strumento per costruire relazioni migliori. Il tentativo di dare vita a un dialogo aperto e pacifico sembra essere la chiave per garantire una condivisione proficua di esperienze e culture diverse.
Ultimo aggiornamento il 15 Novembre 2024 da Donatella Ercolano