La commemorazione del 35° anniversario della strage del Bar Sayonara si è trasformata in un’importante manifestazione civile a Ponticelli. Migliaia di residenti, studenti e rappresentanti delle istituzioni hanno partecipato a un corteo silenzioso per onorare la memoria di quattro innocenti vittime di un’epoca segnata dalla violenza dei clan. Il corteo, emblematico per la sua intensità e il suo messaggio di legalità, ha assunto il significato di una risposta collettiva all’oltraggio della criminalità organizzata.
Un corteo di memoria e impegno civile
Il corteo ha avuto inizio dall’incrocio tra Viale Margherita e Via Argine. Un migliaio di persone ha percorso le strade del quartiere, affiancate da studenti di diverse scuole e associazioni locali. La manifestazione è culminata in Piazza Egizio Sandomenico, dove si erge un monumento dedicato alle vittime della strage. Qui, in un momento toccante, tutti i partecipanti hanno osservato un lungo minuto di silenzio, un gesto che ha reso palpabile il senso di perdita e il desiderio di mantenere viva la memoria di Gaetano De Cicco, Salvatore Benaglia, Domenico Guarracino e Gaetano Di Nocera.
La folla, composta da una rappresentanza eterogenea della comunità, ha portato striscioni che esprimevano un forte messaggio contro la camorra e la violenza, rispondendo così a una dolorosa eredità. Questo corteo è apparso non solo come un atto di commemorazione ma anche come una manifestazione di resistenza contro l’illegalità che affligge il territorio.
Le parole del responsabile di Libera
Intervenuto durante l’evento, Mariano Di Palma, responsabile di Libera per la Campania, ha sottolineato il valore dell’atto commemorativo. “Questa non è solo una commemorazione, ma un atto di coraggio”, ha dichiarato, evidenziando come la comunità di Ponticelli non intenda dimenticare né perdonare quanto accaduto. Ha ribadito l’importanza del coinvolgimento dei giovani nella lotta per la legalità, con il riconoscimento che la memoria può divenire un forte strumento di cambiamento.
Di Palma ha anche evidenziato le attività di sensibilizzazione promosse da Libera nelle scuole, che mirano a educare i più giovani sui temi della giustizia e dei diritti civili. I ragazzi presenti alla manifestazione sono stati citati come simbolo di speranza per un futuro diverso, libero dai feroci contrasti della criminalità.
La strage del Bar Sayonara e il suo impatto sulla comunità
L’11 novembre 1989 rimane una data indelebile per Ponticelli e per chi ha vissuto le feroci battaglie tra clan a Napoli. Quella notte, il Bar Sayonara si trasformò in un teatro di un sanguinoso atto di violenza, quando cinque proiettili colpirono le quattro vittime innocenti, mentre si trovavano al bancone. Questo tragico evento segnò profondamente la comunità, che da quel momento ha intrapreso un percorso di lotta per la giustizia e la legalità.
Il ricordo della strage continua a stimolare un dibattito ampio e necessario sulla sicurezza, non solo a Ponticelli, ma in tutta la città di Napoli, dove la criminalità organizzata ha radici profonde e storiche. La memoria di quei giovani uomini che persero la vita continua a spingere la comunità verso l’impegno e la vigilanza, ricordando a tutti che la lotta per un futuro migliore passa anche attraverso la memoria collettiva.
Ultimo aggiornamento il 11 Novembre 2024 da Marco Mintillo