Premio Nassiriya: un omaggio al sacrificio dei nostri eroici militari

Il ventunesimo anniversario dell’attentato di Nassiriya ricorda il sacrificio di militari e civili italiani, onorando la memoria delle vittime e l’impegno per pace e democrazia nel mondo.
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Premio Nassiriya: un omaggio al sacrificio dei nostri eroici militari - Gaeta.it

Il ventunesimo anniversario dell’attentato terroristico di Nassiriya rappresenta un momento di riflessione profondo per l’Italia, che non dimentica il tributo di sangue pagato dai suoi militari e civili durante l’Operazione Babilonia in Iraq. Questo giorno di ricordo, intriso di dolore, è anche un’opportunità per onorare i sacrifici compiuti e per riconoscere l’impegno di chi continua a lavorare per la pace e la democrazia nel mondo. La cerimonia avvenuta a Montesilvano, dedicata a questo triste anniversario, ha messo in luce l’importanza del Premio Nassiriya, istituito dal Comune dell’omonimo comune abruzzese.

La cerimonia del Premio Nassiriya

Il 12 novembre del 2023 ha visto il rafforzamento della memoria collettiva attorno a uno dei momenti più bui della storia recente italiana. Durante la cerimonia, il Presidente del Consiglio della Regione Abruzzo, Lorenzo Sospiri, ha espresso il suo profondo dolore per la tragedia che ha colpito tanti italiani. Sospiri ha sottolineato come il ricordo degli eventi di quel giorno fosse ancora vivido nelle menti delle persone. È stato proprio mentre il Presidente parlava che veniva sottolineato il valore dell’impegno e del sacrificio dei militari italiani.

Il riconoscimento quest’anno è stato assegnato al maresciallo in congedo Antonio Altavilla, che ha vissuto in prima persona l’orrore di quell’attentato. Altavilla, gravemente ferito ma sopravvissuto, è diventato un simbolo di resilienza e coraggio. La sua storia è emblematica di tanti altri uomini e donne che hanno servito il proprio Paese, e la sua testimonianza serve a mantenere vivo il ricordo di ciò che è stato sacrificato in nome della pace.

Il tributo alle vittime della tragedia

Il 12 novembre 2003, l’Italia ha vissuto un giorno di grande dolore, con la morte di 19 persone in un attacco che ha colpito non solo i soldati italiani, ma anche civili innocenti. Nella memoria collettiva rimangono impressi i volti di quei militari, 12 carabinieri, 5 membri dell’esercito e 2 civili, che hanno perso la vita in modo così tragico. Le cronache di allora riportavano con precisione il susseguirsi degli eventi, e la nazione intera ha seguito con angoscia le notizie che arrivavano dall’Iraq.

Le parole di Sospiri durante la cerimonia di commemorazione hanno risuonato forti e chiare, richiamando le istituzioni a mantenere vivo il ricordo di questa tragedia. Non è solo una questione di memoria, ma un dovere nei confronti di chi ha sacrificato tutto per garantire un futuro migliore ai propri connazionali e ai popoli in conflitto. Con i venti di guerra che di nuovo si fanno sentire a pochi passi dall’Italia, il compito di insegnare le lezioni del passato diventa ancora più urgente e necessario.

La responsabilità di mantenere viva la memoria

Il Premio Nassiriya si inserisce in un contesto di impegno civico e sociale nel quale il valore della memoria è centrale. Mantenere vivo il ricordo delle vittime è fondamentale, non solo per onorarle, ma anche per educare le generazioni future. Il sacrificio dei militari e dei civili, che hanno perso la vita in quella missione, deve costituire un monito sulla fragilità della pace e sull’importanza della tutela dei diritti umani in ogni parte del mondo.

Il compito delle istituzioni è dunque quello di promuovere incontri, manifestazioni e iniziative che rendano omaggio a questi eventi storici, ricordando che la pace non è solo l’assenza di guerra, ma un processo attivo che richiede impegno e rispetto. La celebrazione del Premio Nassiriya è un passo fondamentale in questa direzione, per non dimenticare e per continuare a lavorare insieme per un futuro di maggiore conviviale armonia e democrazia.

Ultimo aggiornamento il 9 Novembre 2024 da Marco Mintillo

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