Un processo importante è in corso a Genova, dove sette individui, tra cui bagnini e istruttori, si trovano accusati di lesioni colpose. Questo sviluppo segue un grave incidente avvenuto due anni fa, quando un bambino di sei anni ha rischiato di annegare all’interno di una piscina, suscitando preoccupazione per la sicurezza nei centri estivi e negli impianti balneari.
I fatti del 13 luglio 2022
Il drammatico evento risale al 13 luglio 2022, presso i Bagni San Nazaro, situati in Corso Italia, Genova. Quel giorno, il piccolo si trovava nella piscina insieme ad altri bambini del centro estivo “Capitan Levante“, organizzato dall’associazione San Rocco di Vernazzola. Secondo le indagini condotte dalla Procura, il bambino, che non sapeva nuotare, è stato lasciato incustodito in una vasca profonda un metro e settanta. Questo ha sollevato interrogativi sulla supervisione al momento dell’accaduto.
Le autorità hanno evidenziato che i sette indagati non si sarebbero accorti della situazione critica in cui si trovava il bambino. È stata, infatti, l’allerta di due bambine di un diverso centro estivo a far scattare l’intervento. Queste giovani hanno notato il piccolo sul fondo della piscina e hanno prontamente segnalato la situazione al loro istruttore, il quale è riuscito a recuperarlo in tempo.
Le conseguenze per il bambino
Il minore è stato trasportato d’urgenza all’ospedale pediatrico Gaslini. Qui è stato ricoverato in condizioni gravi per un periodo di 26 giorni. La diagnosi iniziale era di prognosi riservata, e le cure intensive sono state necessarie per affrontare le sue condizioni critiche. Questo incidente ha avuto anche effetti a lungo termine per il bambino. Dopo il ricovero, ha mostrato segni di ansia, paura dell’acqua e ha iniziato a sperimentare incubi, problemi che potrebbero persistere nel tempo, richiedendo un supporto psicologico per affrontare le conseguenze del suo drammatico tentativo di annegamento.
Le indagini hanno rivelato un aspetto significativo del lavoro di supervisione durante le attività estive. La mancanza di attenzione e vigilanza in una struttura in cui la sicurezza dei minori è fondamentale ha sollevato preoccupazioni non solo riguardo al caso specifico, ma anche a pratiche più ampie nelle strutture di intrattenimento e svago per bambini.
Implicazioni legali e futuro del processo
Il processo contro i sette individui coinvolti ha aperto il dibattito sulla responsabilità in ambienti dove i bambini sono in pericolo, oltre ad attirare l’attenzione sulle normative di sicurezza. Le testimonianze delle due bambine che hanno lanciato l’allerta, insieme ad altre prove raccolte durante le indagini, saranno fondamentali per fare chiarezza sulle eventuali negligenze da parte degli istruttori e del personale addetto.
L’esito di questo processo potrebbe avere ripercussioni significative sulle future pratiche di sicurezza nei centri estivi e piscine, contribuendo a una maggiore sensibilizzazione riguardo alle procedure di sorveglianza necessarie per garantire la sicurezza dei minori. L’attenzione si concentra ora sulla stabilità della sicurezza nei luoghi di aggregazione per bambini, affinché incidenti così gravi non accadano più. Le famiglie attendono giustizia mentre la comunità è invitata a riflettere sulle misure di protezione da adottare in tali situazioni.
Ultimo aggiornamento il 18 Novembre 2024 da Sara Gatti