Il drammatico episodio che ha coinvolto un gruppo di giovani in Val d’Ayas ha scosso la tranquillità della località. I carabinieri hanno arrestato quattro ventenni provenienti dal Canavese, accusati di sequestro di persona aggravato da premeditazione, lesioni personali aggravate e minacce. L’incidente è avvenuto a Champoluc, dove il ventiquattrenne vittima di questa aggressione ha subito un brutale tentativo di estorsione, orchestrato dai suoi aggressori.
Il contesto degli eventi
I fatti risalgono a ieri, quando la vittima, originaria della stessa zona degli arrestati, stava lavorando in un locale di Champoluc. La richiesta di denaro, che ammontava a poco meno di 2.000 euro, riguardava presunti debiti verso i quattro aggressori. Tuttavia, la versione fornita dagli attaccanti è stata prontamente smentita dal giovane, che ha affermato di non avere alcun debito nei loro confronti. Questo tentativo di estorsione ha segnato l’inizio di una sequenza di eventi drammatici, culminati in una violenta aggressione.
La fuga e la caccia all’uomo
Quando la situazione è precipitata, il ventiquattrenne è riuscito a fuggire dal locale, ma non è riuscito a scappare dai suoi inseguitori. Gli aggressori non si sono fermati e hanno utilizzato un drone per seguirne le tracce attraverso i boschi circostanti. Contemporaneamente, due di loro sono saliti a bordo di un’auto di lusso tedesca presa in leasing, mentre gli altri due hanno proseguito a piedi nella ricerca della vittima. L’intervento della tecnologia ha reso possibile un inseguimento serrato, aumentando la paura del giovane.
La violenza e la minaccia
Dopo un breve inseguimento, i quattro giovani sono riusciti a catturare il ventiquattrenne, bloccandolo e gettandolo a terra. Senza esitazione, hanno cominciato a colpirlo con calci alla nuca e al costato, costringendolo poi a salire nell’auto in cui avevano già preso posto. All’interno del veicolo, la violenza è continuata, e il giovane è stato picchiato ulteriormente, mentre veniva minacciato di morte. Questi atti violenti hanno creato una situazione di grande tensione, mettendo in evidenza come la questione del debito fosse solo un pretesto per un’aggressione ben più grave.
La comunicazione e il salvataggio
Per cercare di soddisfare le richieste dei suoi aggressori, il ventiquattrenne ha suggerito di contattare un amico attraverso una videochiamata sui social media. Nonostante le intimidazioni ricevute, l’amico ha intuito la gravità della situazione e ha immediatamente avvisato i carabinieri. Grazie a questa pronta segnalazione, le forze dell’ordine sono riuscite a rintracciare l’auto dei sospetti e a procedere con gli arresti. Questo intervento tempestivo ha impedito che la situazione si aggravasse ulteriormente, riducendo il rischio per la vita del giovane malcapitato.
La drammaticità di quanto accaduto in Val d’Ayas offre un’ulteriore riflessione sulla violenza giovanile e sull’importanza di intervenire prontamente nelle situazioni che possono sembrare banali, ma che possono degenerare in atti gravi e inaccettabili.
Ultimo aggiornamento il 8 Novembre 2024 da Sofia Greco