Il recente escalation di violenza nella Striscia di Gaza e in Siria ha portato a un bilancio tragico sia in termini di vite umane che di distruzione. Gli eventi di ieri si sono contraddistinti per due raid aerei, uno dei quali ha devastato una zona residenziale a Beit Lahia, causando un numero elevato di vittime, prevalentemente donne e bambini. L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha altresì denunciato un attacco mortale su Palmira, aumentando il numero di morti nel conflitto siriano.
Morti a Gaza: raid aerei e vittime innocenti
Nella giornata di ieri, la Striscia di Gaza ha subìto un grave bombardamento che ha ucciso almeno 88 persone, come riportato dal giornale palestinese Filastin, citando fonti locali. Il raid ha avuto luogo in una zona abitativa vicino all’ospedale Kamal Adwan a Beit Lahia, un’area nota per la presenza civile e le famiglie. Del numero totale di vittime, 66 sono state confermate in questo singolo attacco, il quale ha causato anche numerosi feriti e dispersi. La situazione emerge come drammatica, con gran parte delle vittime che appartiene a fasce vulnerabili della popolazione, tra cui donne e bambini. La fonte ha evidenziato che questo raid si inserisce in un contesto di attacchi aerei intensificati, il cui impatto umano continua a preoccupare la comunità internazionale e le organizzazioni umanitarie.
Raid a Palmira: i dettagli e il bilancio delle vittime
Parallelamente, un raid aereo su Palmira, in Siria, ha provocato la morte di 61 persone, un bilancio che è stato confermato dall’Osservatorio siriano per i diritti umani, ONG con sede a Londra. Il governo siriano ha riportato in modo ufficiale 36 vittime, ma le fonti indipendenti segnalano un numero maggiore, evidenziando che tra le vittime ci sono 33 miliziani filoiraniani di nazionalità siriana e altri 22 combattenti stranieri. Di questi ultimi, la maggior parte appartiene alla milizia Harakat Hezbollah al Nujaba, con la presenza di 4 membri dell’Hezbollah libanese e due individui non identificati. Almeno sette dei feriti segnalati sono civili, sottolineando i rischi che la popolazione affronta in un contesto di violenza militare.
Il Senato Usa e la questione della vendita di armi a Israele
Nella notte, il Senato degli Stati Uniti ha respinto una serie di risoluzioni presentate da Bernie Sanders, volte a vietare la vendita di armi a Israele. Solo 18 senatori, tutti democratici, hanno sostenuto la proposta, mentre 79 hanno votato contro. Le risoluzioni intendevano fermare l’invio di munizioni destinate a carri armati, granate da mortaio e tecnologie per il potenziamento di ordigni non guidati. La posizione della comunità internazionale, secondo le affermazioni del senatore Sanders, è chiara: secondo le Nazioni Unite e varie organizzazioni umanitarie, Israele sta violando il diritto umanitario internazionale. Sanders ha definito illegale la fornitura di ulteriori armi offensive a Israele, affermando che gli Stati Uniti non possono rimanere complici delle atrocità che si stanno verificando a Gaza. Il dibattito sulla fornitura di armi continua a suscitare forte emozione all’interno della politica americana, riflettendo l’essenza della discussione sull’allenamento e il supporto a paesi coinvolti in conflitti prolungati.
Ultimo aggiornamento il 21 Novembre 2024 da Donatella Ercolano