Un razzo di segnalazione è stato lanciato contro la residenza del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, a Cesarea. L’evento, avvenuto nella serata, ha destato preoccupazione in merito alla sicurezza del premier e della sua famiglia, sebbene al momento dell’incidente non si trovassero in casa. Le autorità, tra cui la polizia israeliana e l’agenzia di sicurezza interna Shin Bet, hanno avviato un’indagine per far luce sull’accaduto, evidenziando l’intensificarsi delle tensioni nel contesto politico e sociale del Paese.
Il ministro per la Sicurezza Nazionale, Itamar Ben Gvir, ha commentato l’attacco su ‘X‘, esprimendo un forte allarme per quanto accaduto. Ha denunciato che l’incitamento contro Netanyahu ha superato ogni limite, sottolineando la gravità di un gesto che potrebbe rappresentare un’evoluzione pericolosa nella violenza, paragonando il razzo lanciato a una “bomba luminosa” e intimando che, se non controllato, potrebbe portare a qualcosa di ben più distruttivo. Ben Gvir ha ribadito la necessità di fermare l’incitamento contro il primo ministro e la sua famiglia, esprimendo fiducia nelle forze di sicurezza affinché possano identificare e punire i responsabili.
Hezbollah lancia attacco a basi militari israeliane vicino a Haifa
La tensione in Israele si amplifica ulteriormente con le dichiarazioni di Hezbollah, il quale sostiene di aver preso di mira cinque basi militari delle Forze di Difesa Israeliane localizzate nel nord del Paese, precisamente nei pressi di Haifa. Questa affermazione arriva dopo che l’esercito israeliano ha confermato che un attacco missilistico ha danneggiato una sinagoga nella stessa area, provocando feriti.
Hezbollah ha specificato che i bersagli mirati includono una “base tecnica”, la base navale di Haifa e altre strutture militari nelle vicinanze. Il gruppo libanese ha rivendicato che l’attacco è avvenuto tramite lanci simultanei di missili, accrescendo il clima di instabilità nell’area. Questo tipo di azioni non solo influisce sulla sicurezza dei cittadini israeliani, ma solleva interrogativi sulla possibilità di una escalation militare nella regione.
Intensificazione dei raid israeliani contro Hezbollah e prospettive di cessate il fuoco
La situazione sul campo è ulteriormente complicata dai recenti raid israeliani contro obiettivi di Hezbollah in Libano, decisi da Netanyahu e dal nuovo ministro della Difesa, Israel Katz. Queste operazioni hanno come obiettivo quello di inviare un chiaro messaggio al gruppo sciita: Israele non intende interrompere le sue azioni militari finché Hezbollah non accetterà un piano di cessate il fuoco proposto dall’inviato statunitense Amos Hochstein.
Tuttavia, la prospettiva di una tregua si allontana, data l’opposizione di Hezbollah a diverse clausole del piano, tra cui quella che concede a Israele il “diritto all’autodifesa”, permettendo un’azione militare all’interno del Libano. Le notizie segnalano anche che oltre 1,6 milioni di libanesi sono stati sfollati a causa del conflitto in corso, mentre solo circa 60.000 israeliani hanno dovuto lasciare le proprie abitazioni nel nord di Israele.
Le trattative per un accordo di cessate il fuoco continuano a essere complesse, con prospettive incerte. La prossimità delle elezioni e la pressione interna ed esterna potrebbero influenzare ulteriormente la dinamica degli eventi, rendendo la situazione in Medio Oriente sempre più instabile e difficile da gestire.
Ultimo aggiornamento il 17 Novembre 2024 da Marco Mintillo