Record negativo di nascite in Italia: nel 2023 si registrano solo 379.890 nuovi nati

Nel 2023, l’Italia registra un calo delle nascite a 379.890 unità, segnando una diminuzione del 3,4% rispetto all’anno precedente e riflettendo un trend negativo in atto dal 2008.
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Record negativo di nascite in Italia: nel 2023 si registrano solo 379.890 nuovi nati - (Credit: www.ansa.it)

I dati pubblicati dall’Istat riguardanti la natalità e la fecondità in Italia per l’anno 2023 non offrono buone notizie. Le nascite sono calate a 379.890, segnando una riduzione di 13.000 unità rispetto all’anno precedente. Questo risultato si traduce in una diminuzione del 3,4% rispetto al 2022. Inoltre, i segnali per il 2024 non sono incoraggianti, poiché i dati provvisori mostrano una diminuzione di 4.600 nascite nel primo semestre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo calo rappresenta un’ulteriore destabilizzazione del già fragile panorama demografico italiano.

Un trend inarrestabile: le nascite in calo dal 2008

Il report Istat evidenzia una diminuzione costante delle nascite, parte di un trend negativo che si protrae da anni. Dal 2008, anno in cui i nati vivi in Italia superavano le 576.000 unità, si è verificata una perdita complessiva di 197.000 unità, corrispondente a un tasso di variazione medio annuo di 2,7 per mille. Questo nesso tra l’aumento della denatalità e il prolungamento della crisi economica ed sanitaria è oggetto di analisi da parte degli esperti.

Nello specifico, il numero di primogeniti è diminuito del 3,1% rispetto al 2022, tornando ai livelli registrati nel 2021. Questo ribasso indica che l’aumento di nascite registrato nel 2022 è stato solo un fenomeno temporaneo, probabilmente influenzato dal recupero di progetti riproduttivi post-pandemic. Anche la nascita di secondi figli ha subito un calo significativo, con un -4,5%, mentre i nati di ordine successivo sono diminuiti dell’1,7%. Tali statistiche pongono interrogativi sul futuro della natalità in Italia e sull’impatto sociale e economico che comporterà nel lungo termine.

Mutamenti nei parametri demografici: l’età delle madri alla nascita del primo figlio

Nel 2023, l’età media delle madri al momento della nascita del primo figlio in Italia è salita a 31,7 anni, un significativo aumento rispetto ai 28 anni del 1995. Questo cambiamento non è solo un dato statistico ma riflette tendenze sociali più ampie, come la crescente difficoltà economica, che induce le coppie a posticipare la formazione di una famiglia.

Per quanto riguarda tutte le nascite, l’età media delle madri è leggermente aumentata, passando da 32,4 anni nel 2022 a 32,5 anni nel 2023. Tuttavia, l’età media al parto varia sensibilmente in base alla nazionalità: le donne italiane hanno un’età media al parto di 33 anni, mentre le madri straniere si attestano a 29,7 anni. Un’altra tendenza rilevante è l’aumento della proporzione di nascite effettuate fuori dal matrimonio. Pur registrando una leggera diminuzione dei nati al di fuori del matrimonio rispetto al 2022, la loro incidenza complessiva continua a crescere, arrivando al 42,4% nel 2023. Questo dato suggerisce una continua evoluzione delle dinamiche familiari in Italia.

Trend della fecondità e numero medio di figli per donna

Uno dei dati più allarmanti è il calo del numero medio di figli per donna, sceso a 1,20 nel 2023. Questo valore è un ostacolo significativo rispetto agli obiettivi di crescita demografica e si inquadra in un contesto storico in cui la fecondità non riesce a stabilizzarsi, nemmeno nel 2024. Secondo le stime provvisorie, il tasso di fecondità nei primi sette mesi del 2024 si attesta a 1,21, in perfetta consonanza con quello del 2023.

Il dato odierno riporta l’Italia al minimo storico di 1,19 figli per donna, riscontrato nel 1995. L’osservazione di questo calo mette in luce l’inevitabile cambiamento nella composizione demografica, poiché la popolazione femminile italiana ha visto un incremento della componente straniera, la quale tende a rimandare a tempo indeterminato il desiderio di avere figli. I mutamenti nel comportamento riproduttivo tra le donne italiane e le straniere si traducono in un contesto demografico sempre più complicato.

Nomi più scelti dai genitori e dinamiche tra nati stranieri e autoctoni

Nel 2023, i nomi più popolari tra i neogenitori in Italia continuano a riflettere tendenze durature. Leonardo si conferma il nome maschile più scelto, seguito da Edoardo, che ha fatto un significativo salto al secondo posto. Tommaso, stabile al terzo posto, è seguito da Francesco, che perde posizioni. Nel panorama femminile, Sofia e Aurora si mantengono rispettivamente in prima e seconda posizione. Si evidenzia anche la crescente popolarità di Ginevra, che passa dal quarto al terzo posto, mentre Vittoria scivola al quarto.

Negli ultimi anni, si registra un calo significativo dei nati da genitori stranieri, che ora rappresentano il 21,3% del totale. Nel 2023, queste nascite sono diminuite a 80.942, rispetto alle 82.216 del 2022. Da quando ha avuto inizio il calo nel 2012, si è verificata una diminuzione totale di 27.000 unità. Il fenomeno non è omogeneo sul territorio nazionale; si osserva una maggiore incidenza di nati stranieri nelle regioni del Nord, con l’Emilia-Romagna che raggiunge il 21,9%. Al contrario, il Mezzogiorno mostra una percentuale di nati stranieri molto più bassa, rispecchiando le differenze socio-economiche fra regioni italiane.

Le dinamiche demografiche italiane rivelano un panorama complesso e in continua evoluzione, sollevando interrogativi sulle sfide future da affrontare.

Ultimo aggiornamento il 21 Ottobre 2024 da Marco Mintillo

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