Rinvii e disinteresse: il futuro della ferrovia Avezzano-Roma in bilico

Ritardi nei lavori della ferrovia Avezzano-Roma suscitano preoccupazioni tra pendolari e operatori, evidenziando il disinteresse del governo per le infrastrutture cruciali dell’Abruzzo e Lazio.
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Rinvii e disinteresse: il futuro della ferrovia Avezzano-Roma in bilico - Gaeta.it

La situazione attuale riguardante la ferrovia Avezzano-Roma solleva molte preoccupazioni per i pendolari e per gli operatori del settore. I rinvii dei lavori di potenziamento infrastrutturale compromettono la realizzazione di un progetto atteso da anni, aggravando la percezione di un disinteresse da parte del governo nei confronti delle necessità dei territori. Questo articolo esplora i recenti sviluppi e le ripercussioni su un’infrastruttura cruciale per la connessione tra Abruzzo e Lazio.

Il rinvio dei lavori infrastrutturali

Recentemente è giunta la notizia che i lavori per l’attivazione del doppio binario tra Lunghezza e Bagni di Tivoli sono stati posticipati al 2025. Questo ritardo si aggiunge a quelli già accumulati negli anni passati, creando frustrazione tra i pendolari e i comitati locali. Non si tratta di semplici rinvii; dietro queste decisioni si cela un problema sistemico che affligge le infrastrutture in Abruzzo e nelle regioni limitrofe. Le opere, inizialmente programmate per un completamento in tempi ragionevoli, stanno diventando un faro di inefficienza e mancanze politiche, lasciando i cittadini in attesa di miglioramenti concreti.

I comitati dei pendolari hanno denunciato più volte questa situazione, sottolineando come i ritardi non solo influiscano sulla qualità del servizio ma anche sulla sicurezza dei viaggiatori. Senza interventi tempestivi, le conseguenze ricadranno gravemente sulle già fragili economie locali, che dipendono da un sistema di trasporti efficace e accessibile. La deferenza verso Roma sembra aggravare ulteriormente il problema, con un governo che appare distratto e poco interessato a risolvere le criticità.

Una visione strategica mancante

La situazione sulla tratta Roma-Pescara evidenzia quanto il governo attuale, sia a livello nazionale che regionale, non riconosca il valore strategico di questa infrastruttura. Nel 2022, sono stati cancellati oltre 600 milioni di euro dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza previsti per il potenziamento della linea. Tale scelta aveva promesso un ripristino delle risorse nel breve termine, ma le azioni intraprese dall’amministrazione si sono dimostrate tutt’altro che promettenti.

Questa mancanza di investimento lascia spazio a interrogativi sulla vera intenzione del governo di sostenere le economie locali attraverso il miglioramento delle infrastrutture. Il taglio ai fondi per l’Abruzzo del decreto legge 113, che ha portato via anche 117 milioni per la messa in sicurezza di gallerie e viadotti autostradali, è un ulteriore segnale di un interesse che sembra piuttosto distante. Le autorità regionali sono chiamate a rispondere e a far sentire la propria voce in un contesto di crescente abbandono.

La reazione della politica locale

In questo contesto di difficoltà, il senatore del Partito Democratico Michele Fina ha espresso il suo rammarico per la situazione infrastrutturale dell’Abruzzo. La sua nota non solo mette in luce i problemi legati al trasporto ferroviario, ma evidenzia anche la necessità di un atto di responsabilità da parte dei politici locali. La domanda “Troveranno Marsilio e i suoi, prima o poi, il coraggio di protestare con Roma?” risuona tra le file della politica abruzzese, suggerendo un’esigenza di mobilitazione all’insegna della difesa degli interessi regionali.

Le istituzioni devono affrontare la sfida di richiedere un maggior coinvolgimento del governo centrale, non solo denunciando i ritardi, ma formulando richieste concrete e ben articolate per ottenere le risorse necessarie. È fondamentale che i decisori locali comprendano l’importanza di non rimanere in silenzio, ma piuttosto di attivarsi in maniera proattiva per risolvere le problematiche che colpiscono direttamente i cittadini. La questione non è solamente tecnica, ma rappresenta un importante banco di prova per la credibilità della classe politica abruzzese.

Questa situazione richiede attenzione e azioni immediate per garantire che gli standard di servizio siano migliorati e che la rete ferroviaria possa finalmente fare il salto di qualità atteso da troppi anni.

Ultimo aggiornamento il 18 Novembre 2024 da Elisabetta Cina

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