Il progetto del IV lotto della Teramo Mare, stando alle ultime informazioni, si troverebbe in una situazione critica a causa del suo posizionamento in una zona già classificata a rischio di esondazione del fiume Tordino. Una questione che ha sollevato preoccupazioni e interrogativi non solo da parte di gruppi ambientalisti, ma anche a livello istituzionale. Il comitato Terra Lieta Val Tordino ha denunciato come l’ANAS, pur riconoscendo il pericolo, non stia adottando le misure necessarie per garantire la sicurezza del progetto.
Analisi del rischio idraulico e risposte di Anas
Il comitato ha sottolineato che le zone indicate come a rischio sono state analizzate sulla base di mappature storiche che considerano eventi di piena avvenuti in un arco di 200 anni. Tuttavia, con l’intensificarsi della crisi climatica, gli ambientalisti avvertono che tali mappature non sono più sufficienti. Attualmente, infatti, gli studi suggeriscono che le aree vulnerabili potrebbero estendersi notevolmente se si prendono in considerazione con frequenze di piene che potrebbero arrivare a un ciclo di 500 anni. Gli eventi estremi che hanno colpito diverse regioni italiane e spagnole negli ultimi anni, come il fiume Misa nelle Marche e la recente alluvione a Valencia, costituiscono una dimostrazione concreta delle nuove realtà climatiche.
In questo contesto, l’ANAS ha dichiarato di aver localizzato la nuova strada in aree a rischio, ma sostiene che il progetto rimanga compatibile con le normative vigenti. Le dichiarazioni dell’ente suscitano scetticismo, dato che la costruzione di opere pubbliche in tali aree è considerata un’operazione altamente rischiosa, inaccettabile per chiunque prenda in seria considerazione l’impatto delle inondazioni.
Preoccupazioni della Commissione VIA e le richieste di riesame
Numerosi comitati e associazioni hanno da tempo messo in luce i potenziali rischi aumentati dalla crisi climatica. La Commissione di Valutazione di Impatto Ambientale del Ministero dell’Ambiente ha richiesto all’ANAS di rivedere i calcoli sull’impatto delle piene nel 2023, basandosi su eventi estremi più recenti e probabili. Le risposte fornite dall’ANAS in merito sono state definite “surreali” dai comitati, che ravvisano una mancanza di concretezza e attenzione nelle osservazioni fatte dall’ente.
Ricordando eventi catastrofici come l’alluvione del 2011, quando l’acqua del fiume Tordino invasò la strada comunale, e altre inondazioni significative del 2017 e 2021, gli ambientalisti avvertono che il problema non è solamente la sicurezza del progetto, ma anche il consumo di suolo. Queste considerazioni evidenziano una grave discrepanza tra le intenzioni di sviluppo infrastrutturale e la necessità di garantire la salvaguardia ambientale e del territorio.
Il quadro attuale e le implicazioni legali
In aggiunta alla questione del rischio idraulico, la situazione si complica ulteriormente a causa di indagini in corso nei confronti del commissario straordinario responsabile del progetto IV lotto, attualmente dirigente dell’ANAS. Il dirigente è sotto inchiesta per corruzione, turbativa d’asta e rivelazione di segreti d’ufficio. Questo scenario legale potrebbe influire pesantemente sulle tempistiche e sulla fattibilità del progetto, sollevando ulteriori interrogativi sulla trasparenza nella gestione delle opere pubbliche in Italia.
Con le preoccupazioni espresse dalla comunità e le criticità emerse sugli aspetti di sicurezza e legali, la questione del IV lotto della Teramo Mare rimane aperta e complessa, richiedendo un’attenta considerazione e una valutazione seria da parte di tutte le autorità coinvolte.
Ultimo aggiornamento il 9 Novembre 2024 da Marco Mintillo