Gianluca Rocchi, designatore arbitrale per la Can A e B, ha recentemente rilasciato un’intervista durante la presentazione della seconda edizione del Codice di Giustizia Sportiva della Figc, tenutasi presso lo stadio San Siro. Le sue dichiarazioni offrono uno spaccato interessante sulla situazione attuale degli arbitri in Italia, le sfide incontrate e l’importanza della formazione continua per garantire un arbitraggio di qualità.
L’importanza della formazione degli arbitri
Rocchi ha sottolineato in modo deciso il valore cruciale della formazione nel settore arbitrale, specialmente in un contesto di lavoro di squadra tra i 46 arbitri attivi nella sua giurisdizione. Secondo il designatore, ciascun arbitro all’interno del gruppo deve essere visto come un “pensatore autonomo” con una propria filosofia. Questo approccio permette di avere diverse prospettive e decisioni, contribuendo a una crescita continua e a un miglioramento complessivo delle performance.
Rocchi ha evidenziato che, per mantenere una coerenza nelle decisioni arbitrarie, è essenziale stabilire una linea comune. Sebbene ogni arbitro possa esprimere la propria opinione e libertà di giudizio, l’unificazione delle decisioni è fondamentale per creare un’esperienza giusta e uniforme per squadre e calciatori. L’idealismo della perfetta omogeneità nel processo decisionale rimane un obiettivo di difficile attuazione, nonostante gli sforzi continui per raggiungerlo. La natura umana, con le sue incertezze e variabili, rappresenta una barriera da superare.
L’impegno di Rocchi per il potenziamento della formazione è un chiaro indicativo di come la Federazione Italiana Giuoco Calcio stia cercando di elevare gli standard arbitrali, evidenziando che la preparazione non si limita solo agli aspetti tecnici, ma include anche la capacità di gestione delle emozioni e delle pressioni esterne, elementi sempre più presenti nel mondo del calcio contemporaneo.
La gestione del VAR: criticità e riconoscimenti
Un altro tema toccato da Rocchi è quello del VAR , le cui critiche non sono mancate, ma che ha dimostrato di essere uno strumento molto apprezzato nel panorama calcistico. Secondo il designatore, i nostri VAR godono di rinomanza anche oltre i confini nazionali e ricevono settimanalmente proposte da altri paesi. Questo è un chiaro segno della qualità del lavoro svolto dagli arbitri italiani.
Rocchi ha osservato che la continuità nel lavoro, purtroppo, ha visto la perdita di alcuni variabili chiave come Irrati e Valeri. Tuttavia, ha garantito che tale perdita non riduce l’efficacia del gruppo, anzi, conferma l’ottimo standard raggiunto fino ad ora. La fiducia nei VAR italiani è evidente e la richiesta di arbitri da parte di altre federazioni mette in luce la competenza presente nel nostro paese.
Il designatore ha anche voluto ricordare come il VAR rappresenti non solo una tecnologia, ma un complemento attivo alla professione arbitrale. Le decisioni prese vengono costantemente monitorate e riesaminate, con l’obiettivo di affinare e migliorare ulteriormente gli standard arbitrali. Malgrado le polemiche generali sulla normativa e sulla sua applicazione, Rocchi ha mantenuto una posizione aperta e motivata rispetto a questo strumento, evidenziando l’impatto positivo che ha avuto in molti casi.
In un momento storico in cui il calcio risulta essere sempre più soggetto a scrutinio e pressione, il contributo del VAR e degli arbitri altamente formati è fondamentale per garantire la giustizia sportiva e la reputazione del campionato italiano a livello internazionale.
Ultimo aggiornamento il 8 Ottobre 2024 da Marco Mintillo