L’inchiesta sulla sanità in Basilicata ha preso una piega inaspettata con il rinvio a giudizio di importanti figure politiche della regione. Il Giudice per le Indagini Preliminari di Potenza, Francesco Valente, ha disposto il processo per il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, accusato di concorso in induzione a dare o promettere utilità. Le indagini erano scattate nel 2022 e, nel corso degli eventi, avevano portato all’arresto di figure di spicco, amplificando l’attenzione su un tema critico come quello della sanità.
Le accuse a Vito Bardi
Il presidente Vito Bardi, che guida la Regione Basilicata dal 2019 e che è stato riconfermato nel marzo 2024, si trova ora a dover affrontare gravi accuse. L’inchiesta, avviata il 7 ottobre 2022, ha messo in luce una serie di presunti comportamenti illeciti legati alla gestione della sanità lucana. In particolare, sono emerse accuse di induzione a dare o promettere utilità, un reato che implica pressioni o influenze su soggetti al fine di ottenere vantaggi, sia economici che di altro genere.
Le conseguenze immediate di questa inchiesta hanno portato a due arresti: il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Francesco Piro, è stato rinchiuso in carcere, mentre l’ex sindaca di Lagonegro, Maria Di Lascio, ha ricevuto gli arresti domiciliari. L’attenzione del pubblico è rivolta con interesse a questo processo, che inizierà ufficialmente il 20 gennaio 2025, e che si prospetta come uno dei più seguiti della storia recente della Basilicata.
Il caso di Gianni Rosa
Il senatore Gianni Rosa, esponente di Fratelli d’Italia, è un altro dei protagonisti coinvolti in questa inchiesta. In precedenza assessore all’Ambiente della giunta regionale guidata da Bardi, Rosa ha visto il suo nome associato a questa indagine fin dal principio. Eletto in Parlamento nel settembre 2022, ora si trova a dover affrontare accuse simili a quelle dirette contro il presidente Bardi. L’entità dell’accusa nei suoi confronti è in linea con quella rivolta a Bardi, evidenziando un sistema di condotte che potrebbe coinvolgere diverse figure all’interno dell’amministrazione regionale.
In questo contesto, il rinvio a giudizio ha colto di sorpresa non solo gli addetti ai lavori ma anche l’opinione pubblica, già scossa da precedenti scandali legati ai servizi sanitari. Il processo potrebbe portare a sviluppi significativi, rivelando ulteriori dettagli su come la mancanza di trasparenza possa aver influito sulla gestione della sanità lucana.
Coinvolgimento di altri esponenti regionali
Non solo Bardi e Rosa, il rinvio a giudizio ha colpito anche altri esponenti della giunta regionale, tra cui due assessori: Francesco Cupparo e Francesco Fanelli. Cupparo, attualmente assessore regionale alle Attività Produttive e membro di Forza Italia, e Fanelli, attualmente consigliere regionale per la Lega, hanno visto il loro nome associato a questo scandalo. Questo ampliamento delle inchieste evidenzia come la situazione nella politica lucana sia in continua evoluzione e quanto sia importante garantire che i processi si svolgano in modo corretto e senza interferenze.
Le implicazioni di queste accuse sono significative, specialmente per l’immagine della giunta e della sua capacità di governare. La gestione della sanità è un tema particolarmente delicato e le sue ripercussioni si fanno sentire su tutta la comunità lucana. Il monitoraggio attento di questo processo potrebbe rivelarsi cruciale per il futuro politico di questa regione.
Ultimo aggiornamento il 8 Novembre 2024 da Elisabetta Cina