Scoperta eccezionale a Napoli: riemerge una chiesa medievale durante scavi clandestini

Scoperta a Napoli di una chiesa medievale dell’XI secolo durante scavi clandestini, rivelando reperti storici inestimabili e sollevando preoccupazioni sul traffico illecito di beni culturali.
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Scoperta eccezionale a Napoli: riemerge una chiesa medievale durante scavi clandestini - Gaeta.it

Un’importante scoperta archeologica ha avuto luogo a Napoli, dove una chiesa medievale è stata rivenuta in seguito a lavori sotterranei condotti illegalmente da un imprenditore napoletano. Questa chiesa, datata all’XI secolo, è emersa a una profondità di otto metri e rappresenta una testimonianza rara e preziosa del patrimonio culturale della città e dell’Italia.

Il rinvenimento della chiesa medievale

L’imprenditore, operante in discrezione, ha intrapreso scavi nel sottosuolo napoletano, partendo dai suoi terreni privati. Nel corso dei mesi, il materiale estratto da queste scavi ha iniziato a destare l’interesse delle autorità, in particolare del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Napoli. Grazie ad osservazioni strategiche, gli investigatori hanno potuto confermare la natura illecita delle operazioni, portando alla scoperta di alcuni reperti di inestimabile valore storico.

Il ritrovamento della chiesa è considerato di grande rilevanza, non solo per il valore architettonico ma anche per il contesto storico nel quale è inserito. Infatti, le testimonianze risalenti al periodo medioevale sono estremamente rare, e per questo motivo la scoperta ha colpito ricercatori e storici dell’arte, sottolineando l’importanza di proteggere il patrimonio culturale della città.

Scavi clandestini e reperti rinvenuti

Durante le indagini, i carabinieri hanno sequestrato un numero impressionante di reperti, tra cui circa 10.000 frammenti ceramici, databili sia all’epoca romana che medievale. Questi reperti provengono presumibilmente dall’area suburbana dell’antica Neapolis, e rappresentano un’occasione unica per approfondire la conoscenza storica di quest’area. Tra i reperti si trovano diversi oggetti integri, come crateri a figure rosse, anfore, lucerne e pipe di terracotta, oltre a monete di epoche diverse.

La chiesa stessa ha rivelato strutture interessanti, tra cui un’abside semicircolare affrescata, il cui stato di conservazione è positivo. Qui, è parzialmente visibile l’iconografia del Cristo in trono, accompagnata da decorazioni a velarium e un’iscrizione dedicatoria che è stata in parte decifrata. La pavimentazione, composta da lastre di marmo bianco, suggerisce un’architettura ricercata e testimonia il valore artistico del luogo di culto.

Operazioni di indagine e intervento delle autorità

Le azioni intraprese dai carabinieri, assieme al pool “Beni Culturali” della Procura di Napoli, non si limitano solo al recupero dei reperti. Le indagini si concentrano anche sull’imprenditore e sul possibile traffico illecito di reperti archeologici, ipotizzando che possano esserci stati tentativi di occultamento dei materiali rinvenuti nella chiesa. L’effrazione ha provocato danni significativi, non solo alla chiesa stessa ma anche al patrimonio culturale della città e dell’intero Paese.

Il nucleo TPC ha collaborato con la Soprintendenza Archeologica alle Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli, permettendo così un controllo approfondito della situazione. Sono stati ispezionati diversi locali di proprietà dell’imprenditore e altri cunicoli sotterranei sono stati identificati come oggetto di scavi non autorizzati, ponendo in evidenza la necessità di un monitoraggio costante del patrimonio archeologico.

Resta da vedere come evolveranno le indagini e quali ulteriori reperti e informazioni emergeranno in futuro riguardo a questa scoperta.

Ultimo aggiornamento il 4 Ottobre 2024 da Donatella Ercolano

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