Sentenza definitiva sul “canile degli orrori”: condannata Nin Cheti a risarcire l’Associazione Zoofili Cremonesi

La Corte d’Appello di Brescia condanna Nin Cheti a risarcire 21.000 euro all’Associazione Zoofili Cremonesi per la gestione cruenta del canile, segnando un passo importante nella tutela degli animali.
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Sentenza definitiva sul "canile degli orrori": condannata Nin Cheti a risarcire l'Associazione Zoofili Cremonesi - (Credit: www.ansa.it)

La complessa vicenda del “canile degli orrori” di Cremona si arricchisce di un nuovo importante capitolo. Dopo un precedente processo penale culminato con la condanna di Nin Cheti per l’uccisione cruenta di numerosi cani e gatti, la Corte d’Appello di Brescia ha deciso di accogliere la richiesta dell’Associazione Zoofili Cremonesi. La storica sentenza impone a Cheti un risarcimento di 21.000 euro, somme che saranno destinate a coprire i danni provocati dalla sua gestione del canile e dal discredito mediatico subito dall’associazione.

Il caso del canile di Cremona

Il caso legato al canile di Cremona si è sviluppato tra il 2005 e il 2009, quando Nin Cheti, in qualità di responsabile, ha condotto delle pratiche considerate dai più crudeli e inaccettabili. In un contesto già comprensibilmente delicato, Cheti e altre due volontarie sono state incriminate per aver ingiustificatamente e illegalmente somministrato farmaci eutanasici come il Tanax e il Penthotal sodium a un numero considerevole di cani e gatti. Queste azioni, perpetrate senza alcuna necessità, hanno sollevato un acceso dibattito nell’opinione pubblica, evidenziando l’atrocità delle azioni compiute presso la struttura.

La condanna penale, che ha visto Cheti ricevere una pena di due anni e due mesi di reclusione, ha portato a una significativa indignazione sociale, acuendo le polemiche sull’effettivo stato di tutela animale nella regione. I cittadini di Cremona e molte associazioni animaliste hanno espresso la loro rabbia e preoccupazione per quanto accaduto, sostenendo la necessità di interventi più severi nel controllo delle strutture di adozione e cura degli animali.

La posizione dell’Associazione Zoofili Cremonesi

L’Associazione Zoofili Cremonesi, rappresentata dall’Avvocato Giorgio Maione, ha svolto un ruolo chiave nel portare la vicenda fino in tribunale. Costituitasi parte civile, l’associazione non solo ha cercato giustizia per i crimini compiuti ma ha anche voluto evidenziare le conseguenze legate al sequestro del canile, che hanno danneggiato la propria immagine e operatività. I membri dell’associazione hanno affrontato diverse sfide legali, unite dalla determinazione di risarcire i danni subiti e ripristinare la propria reputazione.

Nella sua richiesta, l’associazione ha sottolineato l’impatto devastante della gestione inadeguata di Cheti sul benessere degli animali e ha rimarcato come l’opinione pubblica abbia associato la propria immagine a quella di una gestione discutibile e disonesta. Ora, con la sentenza favorevole, l’associazione ha ottenuto un riconoscimento ufficiale delle ingiustizie subite, aprendo la strada a una rinascita al fine di tutelare e garantire il benessere degli animali.

Il futuro del canile di Cremona

Attualmente, la gestione del canile di Cremona è stata affidata all’Associazione Zoofili Cremonesi, che ha intrapreso un percorso di riqualificazione e speranza. Sotto la loro direzione, viene promossa non solo la cura e la salvaguardia degli animali, ma anche una significativa attività di sensibilizzazione alla tutela degli animali. I membri dell’associazione lavorano per recuperare la fiducia della comunità locale, sforzandosi di dimostrare l’importanza della cura etica e sensibile degli animali abbandonati.

La giustizia, pur imperfetta, ha finalmente consegnato un segnale forte: la lotta contro la crudeltà animale non si ferma. Con la sentenza della Corte d’Appello di Brescia, il messaggio è chiaro: la società ha il dovere di proteggere i più vulnerabili e punire adeguatamente chi ne abusa. L’associazione, ora più motivata che mai, continua a lavorare per garantire che simili atrocità non si ripetano in futuro e per promuovere una cultura di rispetto e amore verso gli animali.

Ultimo aggiornamento il 22 Ottobre 2024 da Sofia Greco

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