Sequestro di aziende edilizie a Latina: operazione contro mafie locali scoperte dalla DDA

La polizia di Latina sequestra due società edilizie legate a presunti capitali illeciti, rivelando infiltrazioni mafiose e pratiche di intestazione fittizia nel settore delle costruzioni.
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Sequestro di aziende edilizie a Latina: operazione contro mafie locali scoperte dalla DDA - Gaeta.it

La polizia di Latina ha messo in atto un’importante operazione che ha portato al sequestro preventivo di due società nel settore edilizio. Questa azione è stata autorizzata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma e ha rivelato dinamiche preoccupanti legate a presunti capitali illeciti. Le aziende coinvolte, la “Professionals at work” e la “Edil Gallo”, potrebbero essere state utilizzate come facciate per nascondere attività riconducibili a personaggi già noti alle forze dell’ordine.

Le aziende nel mirino della polizia

Le due società oggetto della misura cautelare sono attive nel campo delle costruzioni, fra i principali settori economici in crescita in Italia. Tuttavia, secondo le indagini, entrambi i nomi sono stati associati a pratiche di intestazione fittizia. Questi stratagemmi avrebbero il fine di occultare legami con gruppi mafiosi, ai quali alcuni soci sono risultati legati. Un particolare interesse della squadra mobile di Latina si concentra sulle operazioni di appalto e sulle modalità con cui queste aziende si avvalevano del Superbonus 110%.

Il sequestro di oggi si inserisce in un contesto più ampio di lotta alla criminalità organizzata, che negli ultimi anni ha cercato di infiltrarsi nel tessuto economico legale utilizzando tecniche sempre più sofisticate. Non è raro che le organizzazioni mafiose tentino di approfittare di incentivi governativi per garantire flussi di denaro, sfruttando prestanome e frontman per mantenere un profilo basso.

Legami con la criminalità organizzata

Nell’operazione, avvenuta lo scorso luglio, la polizia aveva arrestato cinque persone accusate di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Tra gli arrestati vi era un individuo considerato collegato alla mafia di Agrigento, il quale si sospetta fosse un elemento chiave nel coordinamento delle attività illecite delle due società. Questa figura operava in modo nascosto, fungendo da collegamento con gruppi mafiosi provenienti da altre regioni italiane, come la Campania e la Sicilia.

Le indagini hanno rivelato che questi soggetti sfruttavano opportunità di lavoro legate ai benefici offerti dal Superbonus. Tali agevolazioni fiscali, destinate a stimolare il settore edilizio, sarebbero state usate per ripulire i proventi di attività illecite, sottolineando come il riciclo del denaro proveniente da attività illecite si stia rivelando un problema crescente per le autorità.

Il patrimonio delle aziende sotto esame

Negli scorsi due anni, il patrimonio aziendale delle società coinvolte è stato stimato in oltre un milione e mezzo di euro. Tuttavia, gli investigatori stanno continuando a lavorare per quantificare l’effettivo ammontare dei beni e degli affari legati a queste realtà. Le aziende sequestrate non solo si trovano nella situazione di dover giustificare i propri redditi, ma sono anche al centro di un’indagine che potrebbe rivelare ulteriori connessioni con il crimine organizzato.

Il sequestro rappresenta una risposta forte da parte delle istituzioni, che intendono tutelare il mercato edile dalla corruzione e dall’infiltrazione mafiosa. La lotta contro queste pratiche è fondamentale non solo per il settore, ma anche per la comunità locale, che deve fare i conti con il mancato rispetto della legalità e dei diritti civili.

Le forze dell’ordine continueranno a monitorare il territorio per scoprire eventuali altri casi simili, per garantire che eventi di tale gravità non si ripetano.

Ultimo aggiornamento il 1 Novembre 2024 da Sofia Greco

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