Nella mattinata di oggi, i Carabinieri di Scauri, operanti nel Comune di Minturno , hanno eseguito un intervento mirato al controllo del territorio, portando alla luce un caso di pesca abusiva. Le autorità hanno scoperto un furgone sospetto a ridosso della banchina del porto, accanto a un natante, che ha attirato l’attenzione dei militari. Il controllo ha rivelato dettagli significativi riguardanti la pesca di molluschi, con conseguenze legali per il trasgressore.
Il ritrovamento delle cozze
Durante il servizio, i militari hanno notato la presenza di un furgone al porto, dove un’imbarcazione era ancorata. Il proprietario del veicolo, un 38enne originario della Campania, ha suscitato l’interesse dei Carabinieri, già a conoscenza del suo passato con le forze dell’ordine. Approfondendo le indagini, i Carabinieri hanno scoperto all’interno del furgone una notevole quantità di cozze, ben 510 chilogrammi, recuperate durante una nottata di pesca non autorizzata.
La presenza di tali molluschi ha sollevato interrogativi: la quantità e il metodo di pesca utilizzato erano chiaramente al di fuori delle normative vigenti. L’ispezione dettagliata del furgone ha svelato, inoltre, attrezzature specifiche per la pesca subacquea, che sono state sequestrate insieme all’imbarcazione di 4 metri dotata di motore fuoribordo. Questi elementi hanno ulteriormente confermato l’attività illecita svolta dal pescatore e sono stati determinanti per le successive sanzioni.
Le sanzioni e il sequestro
A seguito delle violazioni accertate, i Carabinieri hanno irrogato una multa salata al 38enne, ammontante a 16.666 euro, per aver effettuato la pesca in assenza di regolare licenza. Questa sanzione si inserisce nel contesto di un’incessante attività di controllo e repressione dei furti e dell’abusivismo nella pesca, un fenomeno che, purtroppo, continua a manifestarsi in diverse aree costiere italiane.
Non si tratta solo di un problema legato alla legalità, ma di una questione che tocca anche la sostenibilità ecologica. La pesca non regolamentata può infatti portare a danni irreparabili per l’ecosistema marino, minacciando la biodiversità e la salute degli habitat acquatici. L’intervento dei Carabinieri, quindi, diventa un esempio fondamentale di lotta contro queste pratiche, evidenziando come la vigilanza e la presenza delle forze dell’ordine siano cruciali nella salvaguardia delle risorse marine.
Intervento delle autorità competenti
Dopo il sequestro delle cozze e della attrezzatura di pesca, sono intervenuti anche rappresentanti della Capitaneria di Porto di Gaeta, della Polizia Locale di Minturno e dell’ASL di Latina. Questi enti, per garantire il ripristino dell’ecosistema marino, hanno proceduto a reintrodurre i molluschi nel loro habitat naturale.
Questa operazione ha coinvolto diverse fasi, dalla valutazione della salute dei molluschi al monitoraggio dell’area di ricollocazione, per assicurarsi che le cozze potessero integrarsi agevolmente nel loro ambiente. Le autorità hanno sottolineato l’importanza di tali interventi, necessarie non solo per mantenere la legalità, ma anche per tutelare l’ambiente e preservare le risorse di cui la comunità costiera dipende.
Un caso esemplare, questo di Minturno, che mette in luce la necessità di un’azione decisa contro la pesca abusiva, per mantenere un equilibrio tra le esigenze economiche dei pescatori e la salvaguardia della biodiversità marina.
Ultimo aggiornamento il 19 Novembre 2024 da Sara Gatti