A Latina, la Polizia di Stato ha attuato un sequestro preventivo deciso dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, che coinvolge due imprese edili, la ‘Professionals at work s.r.l.’ e la ‘Edil Gallo s.r.l.s.’. Questa azione si inserisce in un più ampio contesto di indagini efficaci e mirate contro attività illecite legate al crimine organizzato, segnando un passo significativo nella lotta alle infiltrazioni mafiose nel settore delle costruzioni.
Le indagini e le misure cautelari
Il sequestro delle due società è il risultato di un’operazione portata avanti dagli investigatori della Squadra Mobile il 11 luglio scorso. In quell’occasione, erano state eseguite misure cautelari nei confronti di cinque persone collegate a gruppi criminali attivi in territori campani e siciliani. L’azione è stata avviata a seguito della denuncia di un cittadino che aveva recentemente vinto all’asta un appartamento nel quartiere Campo Boario di Latina.
Le indagini rivelano un quadro complesso di associazioni criminali operanti in modo trasversale, che coinvolgono figure di spicco come un esponente di una nota famiglia Rom locale e un individuo che in passato era parte integrante di Cosa Nostra agrigentina. La rete criminale si estende fino ai familiari di un condannato per un omicidio avvenuto a Terracina nel 2012, legato alla camorra: la figura di Gaetano Marino, soprannominato Moncherino McKey. Queste connessioni mettono in luce la pervasività delle organizzazioni mafiose nella regione.
Attività illecita nel settore edilizio
I dettagli dell’inchiesta hanno portato alla luce la scoperta di gravi indizi relativi all’intestazione fittizia delle due aziende, che sono attive nel settore edilizio proprio grazie a manovre illecite. La Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile ha stabilito che queste società sono state costituite tramite prestanome, permettendo così ai reali proprietari, gravati da precedenti penali per associazione mafiosa, di accedere ai vantaggi del ‘Superbonus 110%’.
Questa operazione avrebbe potuto garantire significativi guadagni economici alle formazioni mafiose, poiché mascherava la reale condizione patrimoniale e consentiva loro di evitare le restrizioni imposte dalla normativa. L’intestazione fittizia serviva a eludere eventuali sequestri patrimoniali, in un contesto dove il crimine organizzato cerca continuamente nuove forme di legittimazione e integrazione nell’economia legale.
Volumi d’affari e fase di indagini
Attualmente, è in atto un’attenta ricognizione del patrimonio aziendale sequestrato. I dati preliminari indicano che le aziende in questione hanno registrato un volume d’affari che supera un milione e mezzo di euro tra il 2021 e il 2023. Questo elemento rende evidente la portata economica delle operazioni connesse al crimine organizzato, particolarmente nel settore delle costruzioni, dove le risorse pubbliche sono spesso oggetto di interesse per le organizzazioni mafiose.
Da sottolineare che il procedimento è ancora nelle fasi preliminari. Pertanto, vige la presunzione di innocenza per tutti gli indagati, un principio fondamentale del nostro ordinamento giuridico che assicura il diritto alla difesa e la tutela delle persone coinvolte.
Le autorità continuano a vigilare attentamente su sviluppi ulteriori, poiché la lotta contro la mafia rimane un obiettivo prioritario per garantire la sicurezza e la legalità all’interno della società.
Ultimo aggiornamento il 1 Novembre 2024 da Sara Gatti