Spese sospette e abusi: la Corte dei Conti indaga la Sma Campania per oltre 5,7 milioni di euro

La Procura della Corte dei Conti indaga sulla Sma Campania Spa per un presunto sperpero di oltre 5,7 milioni di euro in spese discutibili tra il 2012 e il 2022.
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Spese sospette e abusi: la Corte dei Conti indaga la Sma Campania per oltre 5,7 milioni di euro - Gaeta.it

La Procura della Corte dei Conti della Campania ha avviato un’inchiesta nei confronti della Sma Campania Spa, una società operativa per la regione focalizzata su temi come l’ambiente e la prevenzione incendi. Al termine delle indagini, si segnala un presunto sperpero di oltre 5,7 milioni di euro legato a spese discutibili effettuate tra il 2012 e il 2022. Questi eventi hanno spinto la Corte ad agire, inviando avvisi a diverse figure chiave all’interno della società.

I dettagli dell’indagine

L’inchiesta è scattata in seguito all’analisi delle spese sostenute dalla Sma Campania. Tra i comportamenti contestati ci sono abbonamenti mensili a servizi di streaming musicale e acquisti su Amazon, effettuati a qualsiasi ora, incluse le due di notte. Tali spese sono state pagate tramite carte di credito appositamente create per acquisti urgenti, elevando dubbi su scelte di spesa che sembrerebbero andare oltre le normali pratiche aziendali.

L’indagine ha portato alla creazione di un elenco di nove persone che sono state invitate a fornire chiarimenti. Tra queste ci sono importanti figure dirigenziali e membri del consiglio di amministrazione, come l’ex presidente Giuseppe Cammarota e diversi ex amministratori unici. La Corte dei Conti sta ora permettendo ai destinatari degli inviti di presentare le proprie deduzioni e documenti a sostegno della propria posizione, e di richiedere un’audizione presso l’autorità competente.

Le figure coinvolte e le loro posizioni

Tra gli amministratori coinvolti nelle contestazioni spiccano nomi noti. Oltre a Giuseppe Cammarota, ex presidente, ci sono gli ex amministratori unici Ciro De Leo, Raffaele Scognamiglio e Giuseppe Esposito. Inoltre, Lorenzo Di Domenico, ex consigliere delegato, e Cosimo Silvestro, ex dirigente, sono stati menzionati nell’inchiesta. Anche Roberto Iavarone, in qualità di ex financial manager, ed Ernesto Tartaglione, addetto alla contabilità, risultano coinvolti. Infine, Luigi Riccardi, responsabile dell’impianto di depurazione di Napoli Est, è anch’egli nella lista degli indagati.

Questi individui hanno ora l’opportunità di rispondere alle accuse e di esporre le proprie versioni dei fatti, in un contesto in cui la trasparenza e la responsabilità nella gestione dei fondi pubblici sono al centro delle attuali preoccupazioni.

Procedimenti penali e accuse di abuso

Parallelamente all’indagine contabile, alcuni degli ex dirigenti coinvolti, tra cui Di Domenico, Scognamiglio, Silvestro e Tartaglione, sono stati rinviati a giudizio da un’altra autorità giudiziaria, il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere . Le accuse riguardano reati gravi quali peculato, abuso d’ufficio e simulazione di reato.

Ciò sottolinea un quadro complesso e preoccupante, dove non solo le spese aziendali vengono messe in discussione, ma anche il comportamento degli individui nell’ambito di funzioni pubbliche. L’andamento di questi procedimenti e il loro sviluppo sono attesi con interesse, in quanto potrebbero influenzare non solo la reputazione dei coinvolti ma anche la fiducia del pubblico nelle istituzioni locali.

In un contesto come quello della gestione di fondi pubblici, queste vicende richiamano l’attenzione sulle misure di controllo e sull’importanza della responsabilità nella spesa pubblica. Sarà pertanto fondamentale monitorare le evoluzioni di queste inchieste nei prossimi mesi.

Ultimo aggiornamento il 20 Novembre 2024 da Laura Rossi

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