Strategie nutritional per ridurre l’infiammazione nei praticanti di attività di endurance

L’importanza della nutrizione per gli sportivi di endurance: uno studio evidenzia come il mix di maltodestrine e fruttosio possa ridurre l’infiammazione e migliorare il recupero fisico.
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Strategie nutritional per ridurre l'infiammazione nei praticanti di attività di endurance - Gaeta.it

L’infiammazione è un fattore cruciale da considerare per gli sportivi, specialmente per chi si dedica a discipline di endurance. Recenti studi hanno evidenziato l’importanza di un apporto mirato di nutrienti per modulare le risposte infiammatorie associate a queste attività. Questo articolo esplora i risultati di una ricerca presentata ai partecipanti del V Congresso internazionale “Healthy Lifespan“, incentrata sull’efficacia del connubio di maltodestrine e fruttosio per abbattere i livelli di infiammazione tra gli atleti.

La ricerca sull’influenza della nutrizione sull’infiammazione

Un’importante evidenza emersa dal panel “Attività fisica ed esercizio per una longevità sana” è il rapporto tra il consumo di maltodestrine e fruttosio e la modulazione dei marcatori infiammatori come l’interleuchina-6 e il cortisolo. Come ha spiegato il cardiologo Stefano Righetti, membro dell’Equipe Enervit, gli atleti che hanno consumato il mix di maltodestrine e fruttosio nel rapporto 2:1 hanno mostrato livelli significativamente più bassi di questi biomarcatori rispetto ai partecipanti che hanno ricevuto un placebo. Questo studio offre nuove prospettive su come la corretta alimentazione possa svolgere un ruolo chiave nel supportare il recupero fisico e nella gestione dell’infiammazione durante l’attività sportiva di resistenza.

Effetti dell’attività fisica sull’infiammazione

Righetti ha delineato i principi alla base della risposta infiammatoria indotta dall’esercizio fisico. Durante attività fisica moderata, la risposta infiammatoria si riduce rispetto a uno stile di vita sedentario. Tuttavia, l’esercizio di endurance ad alta intensità genera una risposta opposta, caratterizzata dall’aumento delle cellule infiammatorie nel sangue. Variabili quali la durata dell’attività, l’intensità e il tempo di recupero alimentano questa risposta. I meccanismi coinvolti comprendono l’effetto dell’intensità dell’esercizio sul metabolismo energetico e l’adattamento muscolare, nonché il recupero post-esercizio e l’assorbimento del ferro, tutti elementi che interagiscono tra loro per influenzare il grado di infiammazione.

Interleuchina-6 e meccanismi di adattamento muscolare

Uno dei principali identificatori della risposta infiammatoria è l’interleuchina-6 , la cui produzione può subire un incremento fino a cento volte dopo un’azione fisica estrema. Righetti ha spiegato che quando si verifica un abbassamento del livello di glicogeno muscolare, la produzione di interleuchina-6 aumenta, contribuendo a liberare acidi grassi che vengono utilizzati per la produzione di energia. Il danno muscolare post-esercizio – causato da un eccesso di sforzo – porta a un rilascio di calcio che attiva ulteriormente i processi infiammatori, generando una transizione da un’infiammazione locale a una sistemica che si trasforma in dolori muscolari e in un incremento del turnover proteico e del volume muscolare.

Fasi dell’infiammazione e i suoi effetti a lungo termine

La gestione delle fasi dell’infiammazione è imperativa per il recupero efficace degli atleti. Dopo le prime 12-24 ore di infiammazione acuta, può sopraggiungere la fase cronica. Righetti ha sottolineato che un persistente aumento dell’interleuchina-6 può comportare una diminuzione della forza muscolare e un’accresciuta percezione del dolore muscolare. Inoltre, un’attività intensa può influenzare negativamente l’efficienza del sistema immunitario, creando una breccia temporanea nella capacità di resistenza. È fondamentale affrontare anche l’assorbimento del ferro, che può risultare compromesso da alti livelli di infiammazione associati all’esercizio di endurance, richiedendo un’attenzione particolare alla nutrizione.

Ruolo degli omega nei processi infiammatori

Uno degli aspetti discussi nella presentazione riguarda il ruolo di acidi grassi specifici, in particolare gli Omega-3 e gli Omega-6, nella modulazione dell’infiammazione. Mentre gli Omega-6 sono noti per la loro capacità di attivare i processi infiammatori, gli Omega-3 giocano un ruolo contrapposto, contribuendo a ridurre l’infiammazione. Le fosfolipasi, enzimi che separano gli Omega-3 e Omega-6 dalle membrane cellulari, sono strumentali nella regolazione dell’attivazione e nella soppressione dei meccanismi infiammatori. Questo delicato equilibrio tra i due gruppi di acidi grassi risulta cruciale per aiutare gli atleti a mantenere una risposta sana e controllata all’esercizio fisico e per facilitare il recupero.

Gli approfondimenti presentati durante il congresso offrono importanti indicazioni per coloro che praticano sport di endurance e per gli allenatori e nutrizionisti, fornendo strategie nutrizionali fondamentali da integrare nei regimi di allenamento.

Ultimo aggiornamento il 5 Ottobre 2024 da Sara Gatti

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