Tavolo tecnico scolastico in Abruzzo: ridimensionamento e proteste della FLC CGIL

Incontro a L’Aquila sul dimensionamento scolastico in Abruzzo: chiusura di scuole e riforme educative sollevano preoccupazioni per la qualità dell’istruzione e il futuro delle comunità locali.
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Tavolo tecnico scolastico in Abruzzo: ridimensionamento e proteste della FLC CGIL - (Credit: abruzzolive.it)

Mercoledì 16 ottobre 2024 si è tenuto un incontro cruciale a L’Aquila, organizzato dall’assessore all’istruzione, Santangelo, per discutere il dimensionamento scolastico in Abruzzo. A causa delle recenti modifiche normative, la regione ha già registrato la chiusura di quattro istituzioni scolastiche per l’anno scolastico 2024/25, con proiezioni che prevedono ulteriori accorpamenti nei prossimi due anni, fino a un totale di 13 scuole eliminate entro il 2026. Questa riorganizzazione pone interrogativi significativi non solo sulla qualità dell’istruzione ma anche sulla sostenibilità delle comunità locali.

Risvolti del dimensionamento scolastico in Abruzzo

L’incontro ha visto la partecipazione di vari attori del settore educativo, tra cui rappresentanti della FLC CGIL Abruzzo Molise. Durante il tavolo tecnico, il sindacato ha espresso una forte opposizione all’idea di ridurre il numero delle istituzioni scolastiche attraverso semplici accorpamenti. Secondo la FLC CGIL, la peculiarità territoriale dell’Abruzzo, caratterizzata da comuni montani e una rete di trasporti insufficiente, richiede un’attenzione specifica da parte della politica. L’appello è chiaro: piuttosto che procedere con una mera operazione finanziaria, bisogna considerare le necessità educative ed infrastrutturali delle diverse aree.

Il decreto Milleproroghe ha offerto una parziale revisione della situazione, consentendo per il 2024/25 una deroga fino al 2,5% nella riduzione delle scuole. Questo ha portato a una diminuzione di solo quattro istituti scolastici, un risultato attribuibile in parte alla mobilitazione della FLC CGIL, che ha lavorato incessantemente per contrastare la chiusura di ulteriori scuole. Tuttavia, il sindacato avverte che è errato rassegnarsi all’inevitabilità dei tagli, come cambia la politica regionale in merito.

La FLC CGIL ha invitato i rappresentanti politici locali a impegnarsi attivamente per ottenere un riconoscimento delle specificità del territorio. In effetti, sembra che le proposte attuali non stiano tenendo conto delle esigenze delle province abruzzesi. L’approccio della Regione, infatti, appare più orientato a razionalizzare che a risolvere concretamente i problemi legati alla qualità dell’educazione. Per esempio, si chiede di sostituire le istituzioni scolastiche accorpate con altri istituti senza considerare l’impatto che queste decisioni avranno sul sistema educativo.

Conseguenze per le comunità educative e per gli studenti

Il ridimensionamento delle scuole presenta non solo un rischio per i posti di lavoro, ma ha anche gravi implicazioni per la qualità dell’offerta formativa, soprattutto nelle aree interne. Le scuole accorpate tendono a ottenere un numero elevato di indirizzi, spesso disseminati in diversi plessi, complicando così le interazioni con le istituzioni locali e trasformando le autonomie scolastiche in entità amministrative piuttosto che educative.

Una ristrutturazione del sistema educativo deve necessariamente essere preceduta da un’analisi approfondita che consideri non solo la demografia, ma anche l’edilizia scolastica e le strutture di trasporto. Un approccio basato esclusivamente su criteri numerici rischia di compromettere l’educazione, relegando l’analisi delle peculiarità locali in secondo piano. È fondamentale, quindi, immaginare un modello educativo che non privilegi un mero calcolo, ma consideri l’effettivo potenziale di ogni scuola, il fabbisogno educativo e le risorse esistenti.

Riforme controverse: il futuro della scuola pubblica in Abruzzo

Il dibattito non si limita soltanto al dimensionamento. È stato sottolineato che anche la proposta di implementazione della riforma 4+2, che prevede percorsi quadriennali, sta sollevando polemiche. Durante l’incontro, l’assessore Santangelo ha incoraggiato le province a “sollecitare” le istituzioni scolastiche ad adottare questo nuovo formato, ritenuto prioritario. Tuttavia, la FLC CGIL si è dichiarata contraria, evidenziando come questa scelta possa ridurre la qualità dell’istruzione e aprire le porte a una regionalizzazione del sistema educativo che favorisce l’ingresso dei privati nell’offerta formativa.

Nel contesto di queste discussioni calde è anche opportuno esaminare il ruolo degli organismi di formazione accreditati in Abruzzo e come possano integrarsi nel sistema dell’obbligo formativo. Ciò che emerge è una necessità urgente di confronto e di analisi critica dell’intero sistema educativo, che dovrebbe andare oltre le soluzioni di semplice ridimensionamento e considerare tutti gli aspetti della formazione.

Nei prossimi giorni, la FLC CGIL prevede di effettuare assemblee nelle province per mobilitare il personale educativo, culminando con uno sciopero nazionale programmato per giovedì 31 ottobre 2024. La battaglia per la qualità dell’istruzione in Abruzzo continua a essere un tema centrale, e i prossimi eventi potrebbero dare un segnale chiaro su quale direzione prenderà la politica scolastica nella regione.

Ultimo aggiornamento il 17 Ottobre 2024 da Sara Gatti

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