‘The Substance’: premiato a Cannes 2024, un film che affronta l’angoscia del tempo e dell’immagine

Arriva in Italia ‘The Substance’, il film di Coralie Fargeat che esplora l’invecchiamento e le pressioni sociali sulla bellezza, con Demi Moore e Margaret Qualley protagoniste.
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'The Substance': premiato a Cannes 2024, un film che affronta l'angoscia del tempo e dell'immagine - Gaeta.it

Arriva nelle sale italiane ‘The Substance’, il film scritto e diretto dalla francese Coralie Fargeat, che ha recentemente trionfato a Cannes 2024 per la migliore sceneggiatura. Questa pellicola, distribuita da I Wonder, vede protagoniste attrici di spicco come Demi Moore e Margaret Qualley. Il film promette di offrire uno sguardo profondo e inedito sul tema dell’invecchiamento, dell’immagine e delle pressioni sociali legate alla bellezza.

Trama e tematiche del film

La trama di ‘The Substance’ ruota attorno a Elisabeth Sparkle, interpretata da Demi Moore. Elisabeth è un’attrice che ha visto i suoi giorni di gloria ridursi nel tempo e che ora si ritrova a lavorare come istruttrice di aerobica in un programma televisivo. La sua realtà cambia drasticamente quando viene licenziata da un direttore di rete, interpretato da Dennis Quaid, il quale le comunica brutalmente che a 50 anni la sua carriera è finita e che il pubblico desidera solo “carne fresca“. Questa durezza colpisce Elisabeth e la spinge a cercare una soluzione estrema.

La protagonista decide di provare un farmaco misterioso che promette di farla tornare alla sua giovinezza. Con una prima iniezione, Elisabeth dà vita a Sue, un personaggio interpretato da Margaret Qualley, che incarna la giovinezza e la bellezza perfetta. Tuttavia, c’è una regola fondamentale da seguire: le loro identità devono alternarsi ogni sette giorni, pena la perdita dell’equilibrio. Questa premessa apre la porta a una riflessione profonda sulle dinamiche del tempo e su come i cambiamenti fisici possano influenzare l’identità e l’accettazione sociale.

La regia di Coralie Fargeat e l’interpretazione di Demi Moore

Coralie Fargeat, già nota per il suo lavoro nel thriller-horror ‘Revenge’, si cimenta qui in un racconto che colpisce sia per l’impatto visivo che per la sceneggiatura incisiva. Fargeat utilizza uno sguardo audace e grottesco per esplorare il corpo femminile e l’idea della bellezza ideale, mostrando come il tempo possa trasformare non solo l’aspetto fisico, ma anche la nostra psiche. Durante una conferenza stampa, Demi Moore ha parlato di come questo ruolo l’abbia portata a confrontarsi con la sofferenza e il rimpianto, elementi che permeano la vita della sua protagonista.

L’attrice, ora quasi sessantaduenne, oltre a riflettere sulle pressioni legate all’industria cinematografica, ha sottolineato il potere del personaggio di Elisabeth di palpitare tra il desiderio di bellezza e il confronto con l’invecchiamento. La regia di Fargeat riesce a porre in risalto questi conflitti, permettendo al pubblico di empatizzare con le protagoniste, mentre affrontano le aspettative sociali.

Il ruolo di Margaret Qualley e il messaggio del film

Accanto a Demi Moore, troviamo Margaret Qualley, interprete di Sue, che fornisce un contrasto interessante alla figura di Elisabeth. Qualley condivide la sua esperienza personale riguardo alla pressione legata all’immagine e al dover soddisfare standard di bellezza irraggiungibili. Secondo l’attrice, Sue non è solo giovane e bella, ma rappresenta anche l’innocenza e l’assenza di esperienze che l’hanno segnata. Questa dinamicità tra i personaggi non solo offre spazio a discussioni sui temi dell’invecchiamento, ma evidenzia anche la violenza che siamo disposti a infliggere a noi stessi in nome della conformità.

Il film si approccia a questioni che vanno oltre la semplice bellezza esteriore, toccando il tema della violenza psicologica che le donne affrontano nel tentativo di soddisfare le aspettative altrui. Moore e Qualley, attraverso un’intensa interazione, riescono a rappresentare quelle emozioni e paure che affliggono molte donne nella società moderna.

Riflessione finale sulle pressioni sociali e l’accettazione di sè

Entrambe le attrici riconoscono che ‘The Substance’ è un’opera catartica e trasformativa. Moore, in particolare, ha parlato di come il film l’abbia aiutata a valutare il suo valore intrinseco e a ripensare la sua immagine personale. La frase chiave del film sembra essere quella che sottolinea come l’invecchiamento non debba essere visto come una perdita di valore. L’approccio del film aiuta a portare alla luce il dialogo su temi rilevanti riguardo l’autoefficacia, l’accettazione e la visibilità delle donne oltre la giovinezza.

‘The Substance’ non è solo un’analisi su come il tempo e la bellezza influenzino le nostre vite, ma anche un invito alla riflessione su come le donne possano trovare la propria voce e il proprio valore, al di là delle imposizioni esterne.

Ultimo aggiornamento il 31 Ottobre 2024 da Armando Proietti

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