Tumore al seno metastatico: nuove prospettive e avances terapeutiche

Innovazioni nel trattamento del tumore al seno metastatico: esperti discutono di approcci terapeutici integrati, nuove terminologie e l’importanza della medicina personalizzata per migliorare la vita delle pazienti.
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Tumore al seno metastatico: nuove prospettive e avances terapeutiche - (Credit: www.ilsole24ore.com)

Il tumore al seno metastatico sta vivendo una trasformazione significativa grazie a nuove terminologie e approcci terapeutici. Recentemente, durante un video forum organizzato al Sole 24 Ore, esperti del settore hanno affrontato il tema delle innovazioni nel trattamento e della necessità di percorsi terapeutici integrati. L’importanza di un approccio olistico per le pazienti è emersa come un argomento centrale, sottolineando i progressi nella medicina personalizzata.

L’importanza di un linguaggio aggiornato

Nel contesto della lotta contro il tumore al seno metastatico, la terminologia riveste un ruolo fondamentale. Il professor Paolo Marchetti, presidente della Fondazione per la medicina personalizzata, ha evidenziato come l’uso del termine “metastabile” possa contribuire a descrivere una malattia controllata nel tempo, diversamente dal termine “metastatico”, che porta con sé connotazioni pesantemente negative. Questa evoluzione linguistica mira a cambiare la percezione della malattia e a offrire una nuova speranza alle pazienti.

Durante il forum, è emerso che, sebbene l’innovazione in ambito terapeutico proceda rapidamente, la strutturazione di percorsi diagnostico-terapeutici per le pazienti in fase avanzata rimane una sfida. L’assenza di protocolli ben definiti nel nostro Paese spesso costringe le pazienti a decisioni rischiose, prese esclusivamente dall’oncologo senza considerare un approccio integrato. È essenziale, dunque, sviluppare modelli che includano l’effetto collaterale delle terapie, anche se minore, e che affrontino le diverse dimensioni della vita delle pazienti, come l’alimentazione, l’esercizio fisico e il supporto emotivo.

Un vero e proprio percorso ben organizzato per le pazienti metastatiche ha dimostrato di poter prolungare la vita di 6-8 mesi, grazie a un approccio che tiene conto di tutti gli aspetti della loro condizione. L’integrazione delle Patient-Reported Outcome Measures , strumenti che registrano le impressioni delle pazienti sugli effetti collaterali, è definitiva nell’offrire una visione più completa e accurata delle necessità da affrontare.

Innovazioni farmaceutiche: il futuro dei trattamenti

Il progresso in ambito terapeutico, specialmente nel trattamento del tumore al seno, si sta concentrando su nuove classi di farmaci. Durante il forum, il professor Giuseppe Curigliano, direttore dello sviluppo di nuovi farmaci per terapie innovative presso l’Istituto Europeo di Oncologia, ha parlato dell’evoluzione delle terapie. La attenzione si sta spostando dalla tradizionale chemioterapia verso la crescente utilizzazione di anticorpi coniugati, che possono essere combinati anche con l’immunoterapia.

Questi anticorpi coniugati hanno dimostrato risultati promettenti nella pratica clinica. Il professor Curigliano ha sottolineato l’importanza del pembrolizumab, un’immunoterapia che ha significativamente aumentato le percentuali di risposta nei casi di tumori triplo-negativi. Inoltre, ha evidenziato il successo degli anticorpi coniugati anti Trop2 e anti Her2, con particolare riferimento al trastuzumab deruxtecan, che ha mostrato un notevole aumento della sopravvivenza libera da progressione.

Attualmente, sono ben 300 gli anticorpi coniugati in fase di sperimentazione nel mondo, di cui alcuni destinati al trattamento del tumore al seno. Questi sviluppi indicano un futuro sempre più promettente per le pazienti metastatiche, aprendo la strada a opzioni terapeutiche innovative.

Coordinamento e tempestività nel trattamento

Un aspetto cruciale emerso durante il forum è la necessità di un coordinamento efficace tra gli specialisti nella scelta delle terapie e la tempestività nel trattamento. La professoressa Rossana Berardi, docente ordinario di oncologia all’Università Politecnica delle Marche, ha ribadito che un modello di cura integrata non può prescindere da diagnosi rapide e precise. La personalizzazione del trattamento, attraverso analisi del profilo biomolecolare della paziente, rappresenta un valore aggiunto nel percorso terapeutico.

Inoltre, è fondamentale implementare un monitoraggio continuo dei trattamenti attraverso le Breast Unit, garantendo che vi sia trasparenza e possibilità di miglioramento. L’interazione con il territorio si rivela essenziale, in particolare per le pazienti che seguono terapie orali prolungate, che necessitano di un’integrazione più significativa con strutture sanitarie più vicine alle loro abitazioni.

La riorganizzazione della presa in carico delle pazienti potrebbe rivelarsi un notevole vantaggio, con la possibilità di gestire i follow-up e altre prestazioni senza sovraccaricare gli ospedali ad alta intensità di cura. La creazione di una rete di supporto coordinata rappresenta quindi un passo importante per migliorare l’assistenza e il benessere delle donne affette da tumore al seno metastatico.

Ultimo aggiornamento il 18 Ottobre 2024 da Donatella Ercolano

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