Un medico siciliano in missione a Bangui: l’impatto della povertà sulla salute infantile

La storia di Marco Sutera, giovane medico in Repubblica Centrafricana, evidenzia le sfide sanitarie e le disuguaglianze economiche che colpiscono i bambini in contesti di grave disagio.
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Un medico siciliano in missione a Bangui: l’impatto della povertà sulla salute infantile - Gaeta.it

In un contesto globale segnato da disuguaglianze sanitarie, la storia di Marco Sutera, un giovane medico specializzando in pediatria, offre una panoramica toccante delle sfide sanitarie affrontate dai bambini in situazioni di grave disagio economico. Partito da Gibellina, in Sicilia, Marco si è unito all’Ong ‘Medici con l’Africa Cuamm’ per contribuire al Complexe hospitalier universitaire pédiatrique di Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana. La sua esperienza mette in luce le difficoltà quotidiane che si trovano ad affrontare i professionisti della salute e i pazienti in un contesto così complesso.

La scelta di Marco Sutera: dal sogno alla realtà

A soli 31 anni, Marco Sutera ha intrapreso un percorso professionale fuori dall’ordinario, spinto dalla volontà di fare la differenza nella vita di bambini vulnerabili. Studente di medicina all’università di Trieste, la sua decisione di partecipare a una missione umanitaria è stata influenzata dalle testimonianze di operatori del Cuamm, che hanno raccontato delle loro esperienze sul campo di lavoro. Fin dall’inizio della sua carriera, Marco ha sempre nutrito il desiderio di aiutare i bambini, una passione che ha consolidato attraverso esperienze pratiche significative, tra cui un tirocinio presso un poliambulatorio di Lampedusa dove ha avuto a che fare con molti giovani migranti.

L’esperienza di Marco è emblematica della realtà di molti giovani professionisti della salute che, dopo la formazione, si sentono chiamati a confrontarsi con situazioni di emergenza e necessità in contesti internazionali. A Bangui, il medico siciliano lavora non solo per curare, ma anche per contrastare la povertà e le malattie che affliggono i bambini. La struttura nella quale opera offre 300 posti letto e accoglie un numero impressionante di pazienti in condizioni critiche, rendendo il lavoro di Marco e dei suoi colleghi non solo impegnativo, ma anche emotivamente gravoso.

Una realtà sanitaria complessa a Bangui

Il Complexe hospitalier universitaire pédiatrique di Bangui è un ospedale specializzato che affronta quotidianamente situazioni drammatiche. Con un flusso di almeno 100 pazienti al giorno, tutti con codici rossi e gialli, il personale sanitario si trova costantemente a dover gestire casi di malaria e altre malattie infettive che colpiscono prevalentemente la popolazione infantile. Marco ha descritto l’ospedale come un luogo dove la vita e la morte coesistono in modo crudo, con bambini che arrivano in condizioni critiche e che necessitano di un intervento immediato per salvarsi.

La scarsità di risorse è un fenomeno frequente, e la mancanza di attrezzature adeguate, come le macchine per la ventilazione Cpap, rappresenta una grave limitazione per i medici che tentano di fornire le cure necessarie. Marco ha recentemente rivelato di aver visto morire otto bambini in soli tre settimane, un’esperienza che lo ha profondamente segnato. La consapevolezza che in un contesto diverso e con maggiori risorse molte di queste vite sarebbero potute essere salvate, evidenzia l’assurdità di una realtà sanitaria come quella della Repubblica Centrafricana.

Il costo della salute e le disuguaglianze sociali

L’aspetto economico della sanità a Bangui è complicato e segna un contrasto marcato con quanto avviene in paesi come l’Italia. Nonostante alcuni servizi siano garantiti in ospedale, molti possono essere a pagamento, creando un’ulteriore barriera per le famiglie che non possono permettersi cure essenziali, come la dialisi per i bambini. Marco sottolinea come questa disparità evidenzi una forma di ingiustizia sociale che influisce direttamente sulla salute dei più giovani, obbligando famiglie a rinunciare a trattamenti necessari.

Infatti, la possibilità di accedere a terapie salvavita non è affatto garantita, e questa realtà provoca una moltitudine di drammi quotidiani per i bambini e le loro famiglie. I genitori si trovano a dover prendere decisioni strazianti in un contesto dove l’accesso alla salute è spesso una questione di disponibilità economica. Marco riflette spesso sulla disparità tra quello che viene speso per la salute in paesi più sviluppati e i limiti strutturali che caratterizzano le realtà sanitarie di altri paesi, richiamando l’attenzione su un problema globale che va oltre le singole esperienze.

Il racconto di Marco Sutera serve da monito sulla fragilità della vita e le ingiustizie che permeano il sistema sanitario mondiale, offrendo prospettive significative sul futuro della sanità globale e sulla necessità di affrontare le disuguaglianze che persistono in molte parti del mondo.

Ultimo aggiornamento il 8 Ottobre 2024 da Laura Rossi

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