Lorenzo Berardinetti, presidente di Uncem Abruzzo, ha espresso con forza la necessità di un approccio integrato nella pianificazione urbanistica, soprattutto per supportare i comuni delle aree montane. La sua posizione mette in evidenza i rischi associati alla frammentazione delle politiche locali, sottolineando l’importanza della cooperazione tra diversi enti piuttosto che la gestione isolata delle singole amministrazioni comunali.
La critica alla pianificazione isolata
Il presidente Berardinetti ha chiarito che finanziare singoli comuni anziché promuovere piani urbani condivisi, comporta il rischio di un regresso nella gestione territoriale. Secondo lui, incentivi che spingono i comuni a lavorare in modo autonomo possono portare a una ripetizione degli errori del passato, quando la pianificazione del territorio era caratterizzata da una frammentazione evidente. In quel periodo, la mancanza di coordinamento tra i diversi enti locali e la scelta di approcci campanilistici hanno portato a decisioni che non rispettavano le reali necessità delle comunità.
Berardinetti sottolinea che una visione esclusiva e disaggregata potrebbe non solo isolare ulteriormente le municipalità già fragili, ma anche ostacolare ogni forma di sinergia che potrebbe emergere con una pianificazione più unitaria. Questa preoccupazione non è solo teorica; molti comuni delle aree montane faticano a far fronte a sfide importanti, come il degrado ambientale e il progressivo spopolamento. È in questo contesto che Berardinetti chiama alla creazione di piani urbanistici sovracomunali.
Le sfide della pianificazione contemporanea
Oggi, le questioni legate alla pianificazione urbanistica sono più complesse che mai e richiedono risposte strutturate e congiunte. Berardinetti mette in evidenza problemi come la tutela del territorio, la riduzione del consumo di suolo e il contrasto allo spopolamento. Situazioni che richiedono un intervento strategico e collaborativo. Le aree montane, con le loro caratteristiche specifiche, necessitano di un approccio che permetta una visione collettiva e che promuova l’integrazione tra comuni.
La pianificazione sovracomunale è una strada che consente di unire forze e risorse, facilitando quel dialogo necessario tra gli uffici lungimiranti che possono portare a soluzioni pratiche ed efficienti. Non si tratta semplicemente di amministrare dei fondi; è un invito a costruire una rete di collaborazione che possa affrontare le problematiche comuni, rendendo il territorio più resiliente e meno vulnerabile alle crisi demografiche e climatiche attuali.
L’appello di Uncem per un approccio collaborativo
Uncem, attraverso Berardinetti, ha lanciato un appello alla Regione affinché si destini maggiore attenzione e risorse alla pianificazione associata e sovracomunale. Questo approccio non solo permetterebbe di utilizzare le risorse in maniera più efficiente, ma contribuirebbe anche a creare un sistema territoriale consolidato.
L’importanza di lavorare insieme non può essere sottovalutata, soprattutto considerando che in Abruzzo ci sono circa 150 comuni con meno di 1.500 abitanti. La situazione è critica: se da un lato si promuovono campagne per combattere lo spopolamento, dall’altro si rischia di marginalizzare proprio quei comuni che necessitano maggiormente di supporto. Berardinetti auspica che le politiche regionali siano rinnovate, ponendo al centro la cooperazione per il bene collettivo delle comunità montane.
L’invito affinché la Regione riconsideri le sue priorità è chiaro e incisivo; senza un vero supporto alla pianificazione associata, il futuro dei comuni montani rimarrà incerto e vulnerabile alle crescenti sfide del tempo presente.
Ultimo aggiornamento il 13 Novembre 2024 da Sofia Greco