Veglia di preghiera a Treviso: un vescovo e un imam uniti per i diritti dei migranti

La veglia di preghiera “Ascoltiamo il silenzio” a Treviso ha unito vescovo e imam in un gesto simbolico di solidarietà, richiamando l’attenzione sull’emergenza migratoria e sulla necessità di ascoltare i migranti.
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Veglia di preghiera a Treviso: un vescovo e un imam uniti per i diritti dei migranti - Gaeta.it

Una potente immagine ha catturato l’attenzione durante la veglia di preghiera “Ascoltiamo il silenzio”, tenutasi a Treviso per sensibilizzare sul tema dell’emergenza migratoria. Il gesto simbolico di un vescovo e di un imam che si abbracciano, mentre si scambiano un telo termico, ha rappresentato un forte messaggio di solidarietà e unità, richiamando l’attenzione sulla sofferenza dei migranti e sulla necessità di ascoltarne il grido di aiuto.

La veglia “Ascoltiamo il silenzio”

L’evento, promosso dalla Caritas Tarvisina per l’undicesimo anno consecutivo, si è svolto in occasione dell’anniversario del tragico naufragio avvenuto nel 2013 a pochi chilometri da Lampedusa, dove molte vite si sono perse nel tentativo di fuga da condizioni di vita insostenibili. La veglia è stata organizzata per commemorare coloro che hanno perso la vita nel Mediterraneo e lungo le rotte migratorie e per esprimere vicinanza a chi continua a cercare una vita migliore. L’atmosfera della serata è stata carica di emozione e riflessione, con i partecipanti che hanno condiviso momenti di silenzio e preghiera, ricordando le storie di coloro che affrontano il viaggio verso l’ignoto.

Durante la cerimonia, il vescovo Michele Tomasi ha fatto un richiamo forte e chiaro alla responsabilità collettiva nei confronti dei migranti. Ha sottolineato che oggi, troppo spesso, si tende a ignorare il grido di chi chiede aiuto, considerato dai più un fastidio. Invocando una maggiore sensibilità da parte dei leader mondiali, ha esortato tutti a non dimenticare l’umanità nelle storie di coloro che migrano, mettendo in guardia sulle conseguenze di una silenziosa indifferenza.

L’importanza dell’interconnessione tra fedi

Un altro momento significativo dell’evento è stato il discorso di Sallahdine Mourchid, imam dell’associazione culturale islamica Attawasol di Montebelluna. Il suo intervento ha enfatizzato i valori comuni di misericordia e compassione che uniscono l’umanità, al di là delle differenze religiose e culturali. Ha ricordato che la migrazione è un aspetto intrinseco della condizione umana, un’esperienza condivisa da molte persone attraverso i secoli.

L’imam ha fatto riferimento ai testi sacri come fonte d’ispirazione per l’aiuto verso chi migra, sottolineando come il Corano incarni messaggi di solidarietà e supporto. Durante il suo intervento, Mourchid ha invitato i presenti a riflettere sul significato di comunità, ribadendo l’importanza di creare un clima di accoglienza e sostegno per ogni persona in cerca di giustizia e sicurezza.

Il suo messaggio di unità ha risuonato fortemente tra i partecipanti, che hanno sentito la necessità di abbattere le barriere e promuovere un dialogo aperto tra diverse fedi e culture. La veglia ha così rappresentato non solo un momento di ricordo, ma anche una piattaforma per costruire ponti e incoraggiare la cooperazione tra le diverse comunità.

Momenti simbolici di condivisione

La serata si è conclusa con un gesto simbolico che ha rappresentato l’essenza dell’evento: il vescovo e l’imam hanno distribuito a ciascun partecipante un pezzetto di telo termico e un’immagine di Maria. Questo gesto ha avuto un duplice significato: da un lato, il telo termico simboleggia la protezione e il conforto che spesso mancano ai migranti, dall’altro, l’immagine di Maria richiama la sostanza della fede e dell’amore universale.

Il momento finale ha consolidato il messaggio di speranza e unità, invitando tutti a continuare a dare voce a chi non la possiede. La veglia ha rappresentato una chiara testimonianza dell’impegno delle comunità locali nell’affrontare il tema della migrazione e della solidarietà, richiamando l’attenzione sulla necessità di politiche più umane in un contesto globale spesso caratterizzato da chiusure e indifferenze.

Ultimo aggiornamento il 5 Ottobre 2024 da Elisabetta Cina

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